Economia e Lavoro
5 Maggio 2021
BlockFire, sistema di archiviazione resistente a fiamme e calore, con attenzione a design, ambienti, materiale da conservare

Makros inventa a Ferrara un brevetto che fa il giro del mondo

Massimo Luise, ceo di Makros
di Redazione | 2 min

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Pomodoro da industria. Non c’è il prezzo

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Massimo Luise, ceo di Makros Un mondo senza carta non esiste, neppure con la digitalizzazione dei processi produttivi più avanzati.

Perché nei documenti d’un tribunale come nelle opere d’arte di una galleria o nelle pergamene delle sale manoscritti di tutto il mondo passa la cultura e la storia della civiltà. Che in nome della memoria va preservata, da fuoco, acqua e calamità.

Su questa convinzione Makros, dal 2020 nell’incubatore Sipro di via Saragat, ha basato la propria attività di salvaguardia dei beni culturali. Una vera e propria intuizione, frutto di una semplice domanda: «Cosa manca nel mercato?», sintetizza Massimo Luise, Makros Ceo. Di qui la realizzazione del brevetto BlockFire, che dà il nome a un sistema di archiviazione compattabile protettivo, resistente a fiamme e calore, con attenzione a design, ambienti, materiale da conservare.

E se le prime commissioni sono arrivate da Ferrara, le ultime, in ordine di tempo, sono giunte dall’Università di Genova, dal Museo d’arte internazionale di Bordeaux, dalla Turchia (Museo d’arte Art & Sculpture di Ankara e Collezione nazionale manoscritti di Istanbul), dal Politecnico Milano.

Sono inoltre in fase avanzata gli studi di soluzioni personalizzate per il Vaticano, per Palazzo Vecchio Firenze e per la Pinacoteca di Brera Milano. Con un brand consolidato in Europa, Makros punta al Medioriente tenendo d’occhio l’America.

I clienti sono istituzioni, Università, Musei, privati, che necessitano di allestimenti per svariati chilometri di documenti o opere d’arte. «Stiamo lavorando a un archivio di 50 chilometri», conferma Luise. Makros conta oggi 6 unità fisse, un network di 60 professionisti – architetti, ingegneri, biologici, commerciali -, 2 sedi produttive (Torino e Vicenza) e una terza di appoggio a Ferrara.

Cresce nei numeri, nelle competenze e nel raggio d’azione, ma la ‘progettazione’ rimane nell’incubatore Sipro «perché è la realtà ideale per progettare e collaborare con la Facoltà di Ingegneria e altre aziende insediate»

Oggi, Makros conta 5 brevetti, uno dei quali comprensivo della protezione, oltre che dal fuoco, dall’acqua. «Per farsi un’idea dei danni che può provocare, è sufficiente pensare all’alluvione di Firenze del 1966», evoca Luise. Fondamentali sono ricerca e sviluppo, «cui solo negli ultimi 3 anni abbiamo destinato più di 300 mila euro».

Il Covid ha diminuito il numero degli ordini, non tuttavia i piani di sviluppo: «ci aspettiamo un 2021 in crescita». Soddisfazione da Stefano di Brindisi, amministratore unico Sipro: «Queste eccellenze parlano non solo di Sipro ma di Ferrara. Fanno bene alla reputazione del territorio, confermando che l’internazionalizzazione, per molte aziende, è già una prassi. E parte da qui».

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