Il sindaco Alan Fabbri interviene per la prima volta per riprendere un comportamento non consono avvenuto nel corso del consiglio comunale.
Il ‘colpevole’ è Tommaso Mantovani che lunedì, al momento del voto su una risoluzione presentata dal Movimento Cinque Stelle della consigliera forzista Paola Peruffo, lo stesso capogruppo 5S ne fa il verso simulando la sua voce in modo poco credibile fingendo un suo voto favorevole.
Mantovani sì è poi scusato, spiegando che in quel momento stava giocando col figlio (anche se nella registrazione del giorno precedente appariva da solo e rideva della battuta).
Quanto basta per spingere Fabbri a esprimere ufficialmente “solidarietà alla consigliera Paola Peruffo per il gesto di cattivo gusto che l’ha vista protagonista durante la seduta del consiglio comunale di Ferrara di lunedì”.
“Dal consigliere Mantovani sono arrivate le scuse che apprezziamo – prosegue Fabbri -, ma quello compiuto resta un gesto riprovevole e da condannare, soprattutto data la serietà istituzionale del contesto. Mi auguro che questi e altri comportamenti simili e inopportuni non si ripetano più in futuro”.
Una presa di posizione che appare strana, visti i tanti insulti e intimidazioni fioccati in consiglio dai banchi della Lega contro avversari politici come la consigliera Anna Ferraresi e i tanti episodi di inciviltà diffusi sui social. Lo fa notare Alessandro Talmelli, segretario comunale del Pd.
“Il Partito Democratico condanna ogni forma di violenza fisica e verbale nei confronti di chiunque – premette -, anche se realizzate nei confronti di un esponente del partito avversario cittadino”.
Tuttavia, “non possiamo dimenticare che, da lungo tempo, e a tuttora, le critiche, asprissime e spesso al di là della normale tollerabilità, sono rivolte a tantissimi esponenti del Partito Democratico in varie vesti: consiglieri, attivisti, semplici iscritti ecc…”.
Per questo il segretario comunale rivendica “rispetto verso il Partito che ho l’onore di rappresentare: iscritti e militanti che hanno a cuore il futuro della propria città. Ad ogni modo, mi rivolgo a Lei, a nome di tutto il PD di Ferrara, per avere un rapporto franco e sereno, in cui l’avversità politica non scada in offesa e turpiloquio. Questo è uno degli impegni che abbiamo assunto come nuova Segreteria del PD Ferrara.
È importante non confondere le offese e le diffamazioni con la libertà di espressione e di critica politica”.
Il riferimento è alla recente querela ricevuta dall‘attivista dem Diego Marescotti: “Il Partito Democratico non può che sostenere giovani attivisti politici che esprimono le loro opinioni e le perplessità che molti cittadini ferraresi si pongono. La questione delle nomine politiche, in particolare di Asp e del Teatro Comunale sono di interesse pubblico e collettivo, motivo per il quale le domande devono essere lecite e le risposte altrettanto. Stupisce, allora, che si arrivi a querelare il giovane attivista Marescotti per aver posto a titolo personale quelle domande e utilizzato gli stessi termini – virgolettati – usati nelle tante occasioni che ci hanno visto destinatari di critiche e offese”.
“Le offese ed i linguaggi di odio nel PD non hanno mai avuto casa, e li respingiamo con fermezza, lo facciamo quando ne siamo vittime e lo faremo sempre, ma ciò non implica rinunciare al diritto di critica e di pensiero” conclude Talmelli, invitando
sindaco, giunta comunale “e le forze politiche tutte ad aprire una fase nuova insieme, in cui si eviti di denigrare con arroganza l’altra forza politica per aumentare il proprio consenso, evitando goliardate per strada, sui social e in qualsiasi altro spazio, che alimentano solamente la tensione cittadina. Ferrara ha bisogno di ripartire, non di litigare. Inauguriamo una nuova stagione per la nostra città”.
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