
Giampaolo Cenacchi
“Per il futuro del riso italiano dobbiamo riuscire a far sì che l’Ue rimetta i dazi su qualsiasi tipo di riso importato, Japonica, Lungo B, Risone, semi-lavorato e lavorato”. Ad affermarlo è Giampaolo Cenacchi, presidente della Sezione Riso di Confagricoltura Ferrara e di Confagricoltura Emilia Romagna.
“Quando fu rimesso il dazio sulle importazioni di riso Indica – prosegue Cenacchi – si permise l’ingresso di riso Japonica a dazio zero, di fatto il più simile alle nostre varietà ferraresi. A causa della massiccia invasione di riso a basso costo, nonostante la nostra produzione sia chiaramente superiore, la conseguenza è stata quella di una minore domanda. Il nostro riso è di assoluta qualità, mentre continuiamo ad importarne di dubbia qualità (norme sanitarie, residui ecc.) oltretutto da Paesi senza tutela dei lavoratori. La nostra campagna dello scorso anno ci ha regalato una produzione sotto la norma e di buona qualità. A livello nazionale, a ridosso della semina del riso tra aprile e i primi di maggio, le previsioni vedono un ettarato in aumento dello 0,9%, da 227.000 del 2020 a 230.000 nel 2021. A settembre dello scorso anno – ricorda il presidente Cenacchi – il mercato era partito discretamente, con prezzi intorno ai 50 €/ql per l’Arborio e 55 €/ql per la varietà Carnaroli, ma contrariamente alle nostre aspettative, basate anche sulle poche scorte presenti nei magazzini, purtroppo il prezzo è man mano sceso fino ad arrivare a perdere 5 €/ql, quasi al di sotto dei costi di produzione. Il motivo è anch’esso conseguente ad un 2020 disastroso; oltre alle precarie condizioni economiche con le quali molte persone devono fare i conti, se con il primo lockdown le famiglie avevano preso letteralmente d’assalto i supermercati nel timore delle chiusure, facendo aumentare le vendite del 10%, con il secondo lockdown è cambiato l’orientamento del consumatore, che ora acquista solo al bisogno e in molti casi può ancora contare sulle scorte in dispensa: abbassandosi la domanda, si è abbassato il prezzo del mercato. Oltretutto abbiamo sempre maggiori difficoltà nel coltivare il nostro riso, avendo a disposizione sempre meno prodotti fitosanitari per il controllo di infestanti e fitopatie. L’Europa ci chiede infatti di produrre con sempre meno molecole a disposizione, mentre noi agricoltori, a fronte di un aumento di richiesta di materia prima, abbiamo sempre meno strumenti per produrre. E’ evidente che qualcosa non funziona, anche dal punto di vista etico. Eppure la soluzione ci sarebbe, si chiama biotecnologia; basterebbe infatti dare ascolto alla scienza, la stessa che oggi sta cercando di salvarci dalla pandemia. C’è grande preoccupazione fra noi produttori, la risicoltura ferrarese negli ultimi 10 anni è scesa da 10.000 ettari agli attuali 5.630 ha. Per il nostro territorio questa coltura è fondamentale. Data la vicinanza delle risaie al mare, l’acqua impiegata per la coltivazione del riso permette di mantenere basso il cuneo salino nel terreno. Se così non fosse – conclude Giampaolo Cenacchi – rischieremmo di non avere più nessun tipo di coltivazione nelle nostre zone, con un conseguente immenso danno economico e sociale. Chiediamo pertanto massima attenzione da parte della Regione e ogni forma di aiuto/sovvenzioni/contributi a salvaguardia della produzione risicola del ferrarese e dell’intero territorio”.
Confagricoltura è a fianco dell’Ente Risi per la condanna espressa dal Consiglio Affari Esteri europeo a seguito del colpo di Stato militare in Myanmar, e chiede al nostro Ministero degli Esteri di adottare azioni che tutelino la risicoltura italiana ed europea rispetto all’aumento dell’export di riso Japonica dal Myanmar verso la Ue. Il Myanmar in quanto Paese Meno Avanzato, vende infatti all’Europa importanti quantitativi di riso senza dazio, con un aumento esponenziale delle quote negli ultimi due anni (dalle 31.500 tonnellate del 2018 alle 158.700 tonnellate del 2020). Confagricoltura è concorde con Ente Risi nel ritenere che le istituzioni europee debbano ripristinare i dazi sul riso Japonica dal Myanmar e assicura pieno appoggio alle iniziative che tutelino le imprese del comparto.
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