Cronaca
19 Febbraio 2021
Chiuse le indagini a carico degli amministratori di una coop. Un dirigente della Prefettura e un funzionario di Asp accusati per i mancati controlli

Accoglienza migranti, cinque indagati a Ferrara per l’uso dei fondi pubblici

di Redazione | 4 min

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Sono cinque gli avvisi di fine indagine notificati dalla procura di Ferrara a carico di altrettante persone nell’ambito dell’inchiesta condotta dalla Guardia di finanza sulla gestione dei fondi per l’accoglienza migranti da parte di una cooperativa.

Il presidente, il vice presidente ed un consigliere sono stati indagati dal pm Andrea Maggioni per truffa aggravata, falso e inadempimento contrattuale in pubbliche forniture, per la gestione fraudolenta del servizio di accoglienza per gli immigrati.

Analogo avviso è stato notificato anche a un dirigente della Prefettura di Ferrara e a un funzionario del Centro Servizi alla Persona Asp Ferrara, per aver omesso un adeguato controllo della qualità dei servizi erogati dalla cooperativa nell’ambito del “progetto di accoglienza migranti richiedenti protezione internazionale”.

L’indagine denominata “Ventisette e cinque”, corrispondente alla quota spettante per l’accoglienza del singolo migrante, ha messo in luce quello che per gli inquirenti è un articolato meccanismo illecito attuato dai tre amministratori della società, che gestivano ben cinque “Centri di Accoglienza Straordinari”, fra Poggio Renatico e Vigarano Mainarda.

I finanzieri hanno scoperto che gli indagati, con artifizi e raggiri, hanno omesso di stornare dalla contabilità della cooperativa le spese di natura personale e i prelevamenti di denaro utilizzati per pagare viaggi, personal computer, televisori di ultima generazione, ristoranti e capi di abbigliamento di prestigiosi marchi. Fra novembre 2017 e settembre 2018, i tre hanno distratto oltre 400 mila euro di fondi pubblici destinati al progetto.

Tutto questo a scapito dei servizi erogati ai migranti, in palese violazione delle norme previste nella “Convenzione per la prima accoglienza dei cittadini stranieri temporaneamente presenti sul territorio di Ferrara richiedenti la protezione internazionale”, sottoscritta nel 2017 fra la Prefettura di Ferrara e l’Asp Ferrara.

Le indagini hanno evidenziato un quadro probatorio portato all’attenzione del pubblico ministero, circostanziato nei fatti da gravissime carenze igienico-sanitarie (come la presenza di topi e scarafaggi con la conseguente contaminazione delle provviste alimentari), la mancanza di cibo e vestiario, di lenzuola, di presidi medici di sicurezza ecc. Per questi fatti, i vertici della cooperativa dovranno rispondere anche del reato di “inadempimento di contratti di pubbliche forniture”, perché in frode agli obblighi assunti con la Pubblica Amministrazione, non hanno provveduto all’esecuzione dei contratti di fornitura, facendo mancare ai migranti i livelli di assistenza previsti dalla “convenzione”.

Non solo, gli amministratori della cooperativa, hanno anche alterato i registri “presenza”, documentando falsamente sia le assenze sia le presenze dei migranti, al fine di ottenere fondi non spettanti che l’Asp, tratta in inganno, ha erogato per oltre 10.000 euro, sulla base di fatture ritenute non veritiere.

Di “abuso d’ufficio”, dovranno rispondere il dirigente della Prefettura di Ferrara e il funzionario dell’Asp Ferrara, perché – questa l’ipotesi degli inquirenti – in concorso fra loro, con più azioni esecutive dello stesso disegno criminoso, hanno, nello svolgimento delle loro funzioni pubbliche, violato i principi del “buon andamento ed imparzialità della Pubblica Amministrazione”, omettendo non solo i controlli nei confronti del “centro di accoglienza”, ma preavvisando i soggetti destinatari degli stessi e suggerendo loro la compilazione non veritiera di alcuni documenti e modifiche fraudolente dei registri “presenza”.

Il protrarsi delle situazioni di irregolarità riscontrate, è stato possibile anche a causa della mancata adozione da parte del personale preposto della Prefettura di Ferrara e dell’Asp., sia di adeguate verifiche presso i vari Cas sia della mancanza di necessari provvedimenti amministrativi che avrebbero dovuto adottare per arginare le situazioni di irregolarità ben note e che hanno portato ai gestori dei citati centri un ingiusto vantaggio patrimoniale costituito dal mantenimento dello status giuridico in essere e dei relativi benefici conseguiti.

A sostenere le accuse vi sono anche intercettazioni telefoniche e accertamenti bancari svolti dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Ferrara, che hanno portato il sostituto procuratore Maggioni, dopo che la Corte di Cassazione nel relativo giudizio cautelare ha confermato pienamente l’imputazione accusatoria (destinazione pubblicistica dei fondi assegnati alle cooperative e, dunque, impossibilità di utilizzo privato e/o di prelevamenti bancari privi di qualsivoglia giustificazione funzionale), a formulare capi di imputazione per truffa ai danni dello Stato, falsità ideologica e materiale, inadempimento di contratti di pubbliche forniture e abuso d’ufficio.

Nei confronti degli amministratori della cooperativa, su richiesta del pm, il Tribunale distrettuale della libertà di Bologna, ha disposto la misura cautelare del divieto di esercitare imprese o uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese.

L’intera vicenda verrà portata all’attenzione della Procura Regionale della Corte dei Conti per il recupero dei danni erariali conseguenti alla gestione illecita dei centri di accoglienza di Poggio Renatico e Vigarano Mainarda.

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