Economia e Lavoro
10 Febbraio 2021
I cooperatori di Ferrara e Modena in assemblea fanno i conti con la pandemia: "7 cooperative su 10 hanno fatto ricorso agli ammortizzatori"

Legacoop Estense: “Resistere è stato il primo impegno”

Andrea Benini
di Redazione | 4 min

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Andrea Benini

Andrea Benini (foto di Elisabetta Baracchi 2018)

“Resistere è stato il nostro primo impegno, ma quando una crisi chiama, la cooperazione risponde”. È questo il senso della relazione del presidente di Legacoop Estense Andrea Benini che ha dato il via, martedì mattina in modalità virtuale, all’assemblea dei delegati che ha dovuto fare i conti con la crisi causata dalla pandemia di Covid-19.

Una crisi che fino a qui ha causato perdite di fatturato che vanno dal 10% in rari casi, fino all’80% in quelli più gravi, dei ricavi delle cooperative le quali, per di più, si aspettano che i danni permanenti alle loro attività siano permanenti nonostante la tanto agognata ripresa.

Se per il presidente di Legacoop Emilia-Romagna Giovanni Monti, “continuiamo a mandare segnali di disponibilità tramite i nostri progetti a fare la nostra parte, perché fare squadra non può essere solamente un appello generico ma significa mettere in campo i nostri progetti in sinergia con quelli degli altri e con il sistema istituzionale”, per il presidente della Regione Stefano Bonaccini – che incontrerà insieme agli altri rappresentanti delle comunità locali il presidente del consiglio incaricato Mario Draghi – “bisogna farsi carico, e lo farò già domani, di due questioni urgentissime”.

Vale a dire la lotta alla pandemia e il suo piano vaccinale e l’arrivo del recovery plan sul quale precedentemente c’era stato troppo poco confronto. “Mi auguro che nasca un nuovo governo che provi ad affrontare alcuni nodi che vanno affrontati subito di questo paese – spera Bonaccini -. Mi sono permesso di dire e lo ribadisco, che chi ha chiesto legittimamente le elezioni in questo periodo lo ha fatto per tornaconto personale e non per l’interesse del paese. E credo che anche a voi che rappresentate una parte dell’impresa di questa terra, serva più un governo che prenda decisioni immediate visto quello che abbiamo di fronte, piuttosto che l’ennesima infinita campagna elettorale”.

E il ringraziamento al mondo cooperativo arriva anche dal sindaco di Ferrara Alan Fabbri, che ribadisce come “ho avuto la possibilità di vedere quanto ha fatto in questo ultimo anno, molto difficile e dove il mondo cooperativistico è stato messo molto alla prova ed è stato spesso la trincea che ha difeso la nostra salute e ha preso colpe anche quando di colpe non ce ne erano. Lo dico per le persone che hanno lavorato nelle case di riposo, e nelle strutture ospedaliere e sanitarie. Se oggi in questa provincia abbiamo avuto risultati importanti, è grazie anche a questi lavoratori e alle persone che questi seguivano”.

Nonostante gli attestati di stima, tuttavia, i segni della pandemia sul mondo cooperativo sono pesanti. “Quasi tutte le cooperative sono state colpite, con conseguenze differenziate a seconda dei settori di appartenenza, con l’impatto asimmetrico, che abbiamo imparato a conoscere in questa situazione mai vista in tempi recenti”.

Immagine del Primo Congresso di Legacoop Estense del 19 marzo 2019 (foto fi Elisabetta Baracchi/Serena Campanini)

Durante il lockdown, il 67% delle aderenti ha fatto ricorso agli ammortizzatori sociali, che hanno coinvolto circa il 30% dei lavoratori. A causa dei ritardi di erogazione tre quarti delle cooperative ha dovuto anticiparli ai dipendenti, facendo fronte con le proprie riserve e subendo i prevedibili effetti negativi sulla liquidità. Oltre l’80% è intervenuta sulla struttura finanziaria, attivando le moratorie e le diverse misure previste dal Governo a sostegno del credito, “con un ritardo medio di circa 3 mesi tra pubblicazione e erogazione da parte delle banche”, spiega nella sua relazione Benini che aggiunge poi come il calo dei ricavi sia generalizzato.

I settori, come detto, hanno dovuto subire shock diversi: l’agroalimentare, la distribuzione, la ristorazione collettiva e le cooperative di costruzioni e cultura (settore che include sia le industrie culturali che gli eventi, il giornalismo, le polisportive e il turismo) hanno subito perdite in alcuni casi addirittura “ingenti”, e sebbene alcuni di questi settori siano potuti ripartire dopo la fine del lockdown e l’allentamento delle misure anti-contagio, per altri le perdite sono continue e non ci sono al momento prospettive di ripresa.

A tenere, invece, la grande distribuzione organizzata, i trasporti e la logistica, la cooperazione sociale (nonostante i costi per le diverse messe in sicurezza) e le pulizie e l’igiene ambientale.

Il futuro, stante lo stock di ricavi mancati e l’incertezza del domani sul fronte della pandemia, non è roseo. Partendo spunto dalla relazione del centro studi Legacoop “il 68% delle cooperative si aspetta una domanda stazionaria nel 2021. Il 75% dichiara che non interverrà comunque sul personale, cercando di tutelare al massimo i lavoratori. Per quanto la maggior parte delle cooperative preveda una progressiva ripresa sul lungo termine, per il 10% i danni saranno permanenti“, spega il presidente di Legacoop Estense, “pertanto il mondo cooperativo chiede la proroga degli strumenti di integrazione salariale per i prossimi 3-6 mesi, soprattutto nei settori della cultura, dei servizi e del sociale”.

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