Nella forma ha votato insieme e come il presidente Mario Resca e gli altri membri del Cda della Fondazione Teatro Comunale per rimettere o meno il mandato nelle mani del sindaco e del Comune. Ma ora che le acque sono leggermente meno agitate, Giacomo Gelmi sembra tenerci a far risaltare il suo essere la mosca bianca della situazione e che, nella sostanza, lui è stato un dissidente, l’unico, seppure a mezzo astensione.
Per prima cosa specifica che “è errato parlare di dimissioni perché l’incarico è stato rimesso nelle mani del sindaco”, e questo “a seguito di una lunga trattativa, in cui erano emerse opinioni e riflessioni, che non condivido, di alcuni componenti del Cda”.
Il riferimento sotterraneo è a tutta la vicenda della nomina di Moni Ovadia come nuovo direttore artistico del Teatro e a “difformi comportamenti” che il Cda rimarcava non essere di contributo alla “crescita qualitativa dell’attività culturale affidata al Teatro, finalità principale a cui deve mirare l’operato del Cda”.
Una mancata condivisione che Gelmi sottolinea, così che risalti anche all’esterno, che tutti sappiano: “È tutto verbalizzato, quindi chiunque potrà verificare la mia presa di distanze”.
Poi Gelmi smentisce voci – in realtà già fievoli e decisamente secondarie nella vicenda, tanto che i conti in attivo nonostante la pandemia sono un vanto del presidente ‘dimissionato’ Mario Resca – sulle “difficoltà finanziarie”: “Il bilancio della Fondazione è solido, ed il 2020 si è concluso con un avanzo di 400.000 euro, nonostante gli investimenti tecnologici come service audio luci, illuminazione esterna e aria condizionata. Commentare il contrario significa non conoscere la situazione e non aver mai letto il bilancio, che è di dominio pubblico”.
Gelmi poi si dedica a un ripasso del suo ingresso in Cda e a lodare i risultati ottenuti, anche grazie a sé stesso con gli interventi sulla comunicazione: “Personalmente questo anno è stato molto intenso. Sono entrato in punta di piedi, sono stato esaminato dall’alto verso il basso perché provengo da un mondo considerato più leggero. Specialmente da alcuni ambienti. Quindi mi sono presentato e confrontato con tutti per costruire un nuovo progetto di comunicazione senza stravolgere l’impianto tradizionale. In un anno le pagine social sono cresciute di 8.000 nuovi fan, questo perché, attraverso un piano editoriale, abbiamo cercato di offrire costantemente contenuti di qualità e informativi. Con il team abbiamo studiato a lungo per esplorare nuove modalità di coinvolgimento di un pubblico più ampio, in modo da avvicinare il Teatro alla sua città”.
“I rapporti con i dipendenti – afferma – poi sono cresciuti a livello personale e mi sento onorato nel leggere le loro parole di stima e di affetto. Mi sono stati vicini in alcuni momenti difficili e per questo ci siamo legati come una vera e propria squadra. Ed è proprio per loro ho deciso di scrivere queste righe, perché è tanto facile sentenziare su cose che non si conoscono quanto far male a chi ha lavorato in un anno difficilissimo con grandi risultati”.
Non manca una larghissima apertura di credito sul futuro del Teatro senza Resca: “Al di là della decisione che prenderà il sindaco sul futuro del Teatro ho massima fiducia, perché al momento i risultati sono davvero straordinari e le scelte fatte fino ad oggi dall’amministrazione si sono rivelate lungimiranti. Credo in tutta onestà che il Teatro Comunale, pur non potendo contare sul suo pubblico, non sia mai stato così vicino al cuore e agli occhi dei cittadini”.
Infine un po’ di veleno su “chi non credeva già da prima nel lavoro di questa squadra e che oggi, senza alcuna dignità né coerenza, si lamenta perché c’è un cambio al vertice, che non hanno mai apprezzato. Sono quelle stesse persone che fino a prima della nomina di Ovadia lo osannavano per questioni politiche e che dopo la nomina del sindaco hanno cambiato opinione. Opportunisti che annaspano nel proprio stagno, che starnazzano e si dimenano nel vano tentativo di richiamare l’attenzione di qualcuno, infangando senza aver la minima cognizione di causa l’ottima reputazione del Teatro. Non apparterrò mai a questo modo di pensare. La mia visione – assicura – sarà sempre aperta a tutte le collaborazioni perché il Teatro ha bisogno di professionalità che ci sono state e continueranno ad esserci”.
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