Politica
16 Gennaio 2021
La segretaria generale Ida Mantovani dà credito al lavoro e ai metodi di Resca “pur nella diversità di vedute” e si augura che non venga disperso tutto

Teatro Comunale. La Slc-Cgil: “Forte preoccupazione”

di Redazione | 3 min

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Ida Mantovani

“Forte preoccupazione per la situazione della Fondazione del Teatro Comunale Abbado”. È quanto esprime la Slc-Cgil di Ferrara dopo che il presidente Mario Resca (e con lui il Cda) ha rimesso il proprio mandato nelle mani del sindaco “in un momento grave, dove ormai dall’anno scorso la pandemia ha colpito in modo pesante tutto il mondo dello spettacolo e della cultura”.

“In tale contesto, la nostra massima istituzione culturale cittadina ha svolto attività di prestigio in ambito nazionale valorizzando tutti e tutte le persone che lavorano nel Teatro, ricercando tutte le soluzioni a garanzia del reddito dei dipendenti – riconosce Ida Mantovani, segretaria generale della Slc -. Anche se con vedute diverse, il confronto fra le parti si è svolto sempre nel rispetto dei diversi ruoli con senso di responsabilità, in un contesto inedito e grave con la chiusura del Teatro, come previsto dai vari Dpcm, e la conseguente cancellazione di tutti gli spettacoli programmati dal vivo”.

“Dopo la prima fase della pandemia del 2020, nel nostro Teatro vi è stata una grande capacità di rimboccarsi le maniche con iniziative di prestigio e di rilancio – afferma Mantovani -: questa strada maestra riconosciuta da tutti non è stata facile e semplice, ha significato un’organizzazione del lavoro diversa anche con nuovi compiti per i dipendenti e l’utilizzo di strumenti diversi per diffondere quanto prodotto, oltre a significative innovazioni, rilanciando e salvando il nostro Teatro da un possibile declino – così come avvenuto in altre parti del Paese – con la consapevolezza di non scaricare i problemi sempre e solo sul lavoro, dai dipendenti a tutta la filiera degli artisti (scritturati, compagnie, lavoratori discontinui) dove si vivono situazioni anche di estrema povertà, a causa di un sistema degli ammortizzatori iniquo e non universale”.

“Ora, ad inizio 2021, in una condizione ancora drammatica, si auspica una continuità di quanto svolto positivamente ma si cambia tutto – si augura la segretaria della Slc -. Non ci interessa entrare nelle questioni di ambito politico, ma dovrà essere chiaro sin da ora che nulla di tutto quello che si è letto sulla stampa ha interessato sinora la vita degli uomini e delle donne che stanno lavorando nel nostro Teatro con passione ma anche preoccupazione, che non sono dipendenti pubblici come ha scritto qualche giornale tanto per scrivere, ma hanno un contratto privato e in larga parte sono stagionali e sui quali speriamo non ci sia nessuno che voglia scaricare i costi della pandemia. Non vorremmo che alla fine di tutto, si prefiguri l’improbabile ipotesi che la Fondazione Teatro Comunale non avrà più alcuna autonomia ed indipendenza ma ciò che sta avvenendo e la Slc-Cgil di Ferrara, spera proprio di no, sembrerebbe il prodotto di ipotetici conflitti di interessi”.

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