Politica
14 Gennaio 2021
Il Comune ha imposto durata e compenso diversi sfiduciando di fatto la Fondazione

‘Dimissioni’ Teatro Comunale. Resca e cda scavalcati sul caso Ovadia

di Redazione | 3 min

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Il Comune aveva imposto un compenso e una durata del contratto di Moni Ovadia molto superiori a quello che il cda della Fondazione Teatro Comunale aveva deliberato in apparente autonomia.

È questo il casus belli che ha portato il presidente Mario Resca e il cda a rimettere all’unanimità il mandato e richiedere al sindaco Alan Fabbri la fiducia.

In una nota l’organo direttivo del Teatro Comuale Claudio Abbado ricostruisce l’intera vicenda, che presenta notevoli profili di imbarazzo per la giunta di Alan Fabbri.

Bisogna risalire alla prima metà di dicembre. Vittorio Sgarbi, presidente di Ferrara Arte, mette a valore le sue influenze e propone il famoso attore e regista quale presidente del Comunale. Il Comune, socio unico del Teatro, dà seguito a questa suggestione e sollecita il cda della Fondazione a provvedere di conseguenza. Il 10 dicembre il consiglio acquisisce un parere tecnico da parte di un legale sulle procedure giudirico-amministrative da attuarsi e, si legge in una nota dello stesso cda, “ha attribuito espresso motivato mandato al presidente della Fondazione di formalizzare un incarico temporaneo a direttore del teatro al sig. Moni Ovadia, fissandone i limiti della durata e del compenso attribuibile”.

Un compenso già di per sé oneroso, visto la figura in questione che era chiamata non solo alla direzione artistica, “bensì alla più completa e complessa direzione generale del Teatro”.

Il cda approva la relativa delibera. Alla riunione sono presenti il vicesindaco Nicola Naomo Lodi e l’assessore alla Cultura Marco Gulinelli. Entrambi saranno presenti anche il giorno successivo, alla conferenza stampa di presentazione di Ovadia.

Qui avviene l’inciampo. “Nei giorni immediatamente successivi alla conferenza stampa tenutasi l’11 dicembre – scrive il cda -, il presidente ha appreso da alcuni rappresentanti del socio unico (vale a dire il Comune, ndr), dallo stesso Moni Ovadia e dal presidente di Ferrara Arte che i termini della proposta contrattuale andavano totalmente ridiscussi, con un sensibile aumento del compenso e con un prolungamento del contratto a favore del direttore, in contrasto con la delega ricevuta sulla base di quanto deliberato dal C.d.A. in forza delle sue competenze”.

Estense.com viene a sapere che il compenso chiesto da Ovadia è di 102mila euro. Ma già in sede di conferenza stampa Ovadia aveva anticipato che la sua idea di programmazione teatrale avrebbe ricompreso un periodo pluriennale, quantomeno di tre anni. Mentre lo annunciava, sedevano allo stesso tavolo Lodi e Golinelli. Non è dato sapere se i due assessori si sono resi conto della disparità rispetto a quanto da loro stessi approvato il girono precedente.

Fatto sta che “a tutt’oggi non risulta definita la posizione di Moni Ovadia”.

Si arriva a ieri sera (mercoledì 13 gennaio) con la seduta del cda, che ha preso atto del preconsuntivo 2020 “estremamente brillante – assicura la nota -, sia sotto l’aspetto artistico-culturale che dei risultati economici”.

Quel cda era già stato preceduto da una riunione con i dipendenti, ai quali Resca aveva annunciato la propria volontà.

A quel punto al cda, vistosi scavalcato e costretto a subire decisioni prese dal Comune contrarie alle sue stesse deliberazioni, non è rimasto che rassegnare il proprio mandato.

L’amarezza per quanto avvenuto è tutta nella conclusione della nota: “il consiglio, ritenendo di aver adempiuto al proprio mandato con competenza e senso di responsabilità, nell’interesse esclusivo della Fondazione e quindi del socio unico comune di Ferrara, preso atto delle divergenti determinazioni, dopo ampia discussione, all’unanimità, ritiene corretto e istituzionalmente opportuno rimettere il proprio mandato nelle mani del sindaco stesso, perché il rappresentante dell’amministrazione comunale possa assumere le determine che ritiene più opportune per il futuro della Fondazione Teatro Comunale”.

In attesa che venga convocata una nuova assemblea, “da tenersi entro la fine del corrente gennaio 2021”, il consiglio si rende disponibile a proseguire nella ordinaria gestione della Fondazione.

Questo fino alla data della nomina del nuovo consiglio “formalmente supportato dalla necessaria fiducia del socio unico comune di Ferrara”.

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