Ostellato
15 Gennaio 2021
Le indagini difensive hanno portato alla riapertura del fascicolo per accertare le responsabilità per la fatale caduta del lavoratore dal tetto del capannone

La Procura di Ferrara ha riaperto le indagini sulla morte di Chiappara alla Fox Bompani

di Daniele Oppo | 3 min

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La Procura di Ferrara ha riaperto le indagini sulla morte dell’operaio Roberto Chiappara a seguito di una caduta avvenuta mentre lavorava alla Fox Bompani di Ostellato, avvenuta l’11 settembre del 2017.

A darne notizia sono i legali che assistono la famiglia del 36enne, originario di Palermo, da poco assunto dalla Ser di Verona (azienda subappaltatrice dei lavori) e che morì a causa dei traumi dovuti alla caduta dal tetto del capannone, dov’era salito per rimuovere delle coperture in amianto.

“La caduta, con conseguente decesso del ragazzo dopo due giorni di agonia, fu provocata dalla rottura del tetto, in molti punti non portante, che provocava la caduta al suolo del ragazzo, da un’altezza di circa 8 metri, il quale andava a sbattere contro attrezzature (bancali, macchinari, bidoni in ferro colmi di fanghi) allocate all’interno del capannone”, spiegano gli avvocati Barbara Dicuzzo, Lea Palisi e Claudio Maruzzi.

Il legale rappresentante e il capocantiere e preposto della Ser vennero inizialmente indagati per omicidio colposo, aggravato dalla violazione della normativa antinfortunistica del lavoro, ma poi la Procura chiese l’archiviazione, accolta dal Gip “sul presupposto – dicono gli avvocati – del comportamento abnorme del ragazzo, il quale, durante i lavori, per sua colpa, si sarebbe avventurato in un tratto della copertura inidoneo a sostenere un peso umano, omettendo di agganciarsi alle linee vita, misura che, se attuata, in caso di caduta, gli avrebbe evitato di schiantarsi al suolo. Nessuna responsabilità veniva rilevata in capo alle diverse figure professionali facenti capo alle tre società coinvolte nei lavori in quota in cui è maturata la tragedia”.

A fronte di tale decisione, i familiari del ragazzo, si sono rivolti all’avv Claudio Maruzzi di Ferrara affinché, attraverso investigazioni difensive, verificasse i presupposti per richiedere la riapertura delle indagini per omicidio colposo nei confronti delle persone archiviate e nuove indagini nei confronti di altri soggetti, fino a quel momento raggiunti da mere contestazioni amministrative, risolte con una modesta oblazione.

Maruzzi ha incaricato l’ingegner Stefano Bergagnin di Ferrara, esperto in sicurezza sul lavoro, di svolgere una consulenza tecnica e il responso è stato chiaro, “avendo ravvisato più violazioni a carico degli originari indagati, oltre che del legale rappresentante della Fox Bompani, della Edilcoperture Srl, appaltatrice dei lavori, e del coordinatore della sicurezza in fase di progettazione ed esecuzione, ritenute chiaramente legate causalmente alla morte del ragazzo”.

Anche alla luce di questa consulenza il sostituto procuratore Ciro Alberto Savino ha aperto una nuova indagine.

“Il ragazzo, che svolgeva attività di pescatore, giunto da pochi giorni al nord con il miraggio di sbarcare il lunario, era totalmente impreparato a svolgere i lavori di rimozione di amianto, peraltro in quota – spiega l’avvocato Maruzzi – e mai era stato istruito per tali mansioni, che richiedono specifico addestramento e idonea formazione. La tragedia ha lasciato nella disperazione i familiari, tutti residenti a Palermo: la compagna, quattro figli minorenni, la anziana madre e cinque fratelli, che vivono la tragedia che così duramente li ha colpiti, anche con un senso di rabbia e smarrimento per la conclusione, che sentono profondamente ingiusta, della vicenda penale, a suo tempo chiusa senza colpevoli”.

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