Politica
20 Dicembre 2020
Il senatore ferrarese contro la dichiarazione del neo direttore del Teatro Comunale di Ferrara secondo cui la propria nomina sarebbe "un inizio di consapevolezza del deficit culturale della destra"

Balboni a Moni Ovadia: “Di arroganza e supponenza Ferrara non aveva bisogno”

di Redazione | 2 min

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Per il senatore ferrarese Alberto Balboni (Fratelli d’Italia) Moni Ovadia sarebbe partito con il piede sbagliato dopo essere stato nominato direttore del Teatro Comunale di Ferrara. Balboni si riferisce nello specifico “alla dichiarazione, resa pubblica dal prof. Ovadia appena ricevuta la prestigiosa nomina, secondo la quale questa rappresenterebbe “un inizio di consapevolezza del deficit culturale della destra””.

“A parte la clamorosa caduta di stile, che non merita commento – dichiara Balboni – ritengo che questa frase dimostri per l’ennesima volta quanto ancora persista in certa sinistra l’antico vizio intellettuale di sentirsi sempre in diritto, dall’alto della propria presunzione, di denigrare l’avversario. Si tratta, a mio avviso, di una esibizione di arroganza e supponenza di cui Ferrara non ha alcun bisogno”.

Il senatore precisa di non permettersi un giudizio sulle competenze artistiche di Moni Ovadia, da profano della materia, e nemmeno sulle sue capacità di manager, “anche se devo precisare che in questo caso il motivo sta nel fatto che chi lo ha scelto non ha ritenuto di darne gran conto, nonostante a mio avviso dette capacità manageriali dovrebbero essere pregiudiziali per chiunque venga chiamato a dirigere un importante e complesso Ente pubblico, come senz’altro è il nostro Teatro Comunale”.

Ma è su quella frase che Balboni sostiene di non poter restare in silenzio, ritenendola fuori luogo, permettendosi così, in una sua lettera aperta a Moni Ovadia, di dare “un modesto consiglio all’esimio professore: eviti in futuro simili passi falsi e si impegni invece a dimostrare con i risultati del proprio lavoro di meritare la fiducia che la città ha riposto in lui”. “Se poi desidera impegnare le prossime Festività in qualche buona lettura – conclude il senatore – sarò lieto di consigliargli qualche autore “di destra”. Chissà che non lo aiuti a scoprire un intero mondo culturale che evidentemente ignora”.

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