Spettacoli
16 Dicembre 2020
L’artista ripercorre i suoi 15 anni di carriera e le storie che ha ‘restaurato’ e portato in scena

Cristicchi a Ferrara si racconta con “Cantata d’Autore”

Simone-Cristicchi
di Redazione | 3 min

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Simone-Cristicchidi Lucia Bianchini

Un viaggio musicale che dà voce agli ultimi, matti, anziani, reduci di guerra e profughi istriani. Questo il tema ‘Cantata d’autore’ di e con Simone Cristicchi, che sarà accompagnato dall’Orchestra città di Ferrara e dall’Accademia Corale Vittore Veneziani, diretti da Valter Silviotti e con la regia di Alessandro Tresa e Dario Quarta. Lo spettacolo, registrato precedentemente al Teatro Comunale Claudio Abbado, andrà in onda su Tv 2000 il 30 dicembre alle ore 21,50.

“Con grande piacere ospitiamo Cristicchi qui a Ferrara – ha affermato Marino Pedroni, direttore artistico del teatro Comunale- . Avremmo voluto presentare lo spettacolo dal vivo, ma la condizione di emergenza ce lo vieta. Lo streaming è molto discusso, ma credo sia una delle forme che ora ci aiuta, anche se il teatro dal vivo deve rimanere. Cristicchi mi sorprese già con ‘Ti regalerò una rosa’, è una figura unica nel nostro panorama, la sua poetica è una creatura molto originale”.

Lo spettacolo è una prima assoluta, che originariamente, prima della seconda chiusura dei teatri in Italia avvenuta a fine ottobre, doveva inaugurare la stagione di Lirica 2020/21 del Teatro Comunale di Ferrara. Come ha spiegato Marcello Corvino, coadiutore artistico del teatro, ora si vedrà quali spettacoli già programmati si riusciranno a riorganizzare.

Simone Cristicchi“Venire qui e trovare questa iniziativa e incontrare un artista della qualità di Cristicchi è una grande soddisfazione – ha affermato Moni Ovadia, direttore artistico che dal 2021 subentrerà a Pedroni- . Entrare dove si vola alto è già indice del futuro che si farà. Il teatro è una forma culturale che ha uno statuto che nessuna altra arte ha: può dire la verità perché è protetto dalla pietas della finzione, può dire le cose più spietate e così può educare”.

“Il mio atteggiamento curioso mi ha portato a scoprire tesori nascosti – ha raccontato Cristicchi-: in 15 anni di teatro ho riportato alla luce molte storie, come si fa con i vecchi mobili, le ho restaurate ed esposte con il teatro e il musical”.

In quest’opera l’artista ha condensato tutti i suoi lavori,” un solo attore in scena che attraversa tutto lo spettacolo. Partiremo con l’attualità, con una poesia che ho scritto il primo giorno di quarantena, un messaggio di speranza, poi dalla valigia dei ricordi tirerò fuori la Seconda Guerra Mondiale, tema molto attuale, anche se oggi la guerra è più interiore, e se ne parlerà dando dignità alle piccole storie”.

Guerra che “ci porta ai canti degli alpini, che eseguirò con il coro Veneziani, per poi passare allo sradicamento, all’esodo, in cui si vede spesso la massa e non la storia singola, e tornare alla nostra memoria di italiani, quando erano gli italiani d’Istria che lasciavano la loro terra per ricostruire la loro vita oltre l’Adriatico, per arrivare a raccontare cosa è lo sradicamento, che riguarda anche l’anima e che stiamo vivendo anche oggi, sradicati dalla nostra umanità”.

Successivamente Cristicchi ha voluto inserire un altro tema che “mi sta molto a cuore: la diversità, l’emarginazione, per ridare dignità agli ultimi, nascosti nelle pieghe della nostra decantata civiltà. I cosiddetti matti, a cui ho dedicato molte opere, entrano al centro del palco, e la follia diventa quasi didattica per il mondo dei cosiddetti normali, fino all’ultima canzone, inedita, ‘Dalle tenebre alla luce’, e credo che questa frase sia un augurio per chi ci seguirà, di speranza, di passare questo periodo, unico nella storia mondiale e personale, e riuscire a vedere uno spicchio di luce”.

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