Si nascondeva in un appartamento di Padova uno dei ricercati dell’operazione Signal. Si tratta di George Abamu, 25 anni, incensurato, disoccupato. Il suo soprannome all’interno della Mafia nigeriana era “Axman” e operava secondo le accuse soprattutto nel Veneto.
Il giovane, ritenuto affilliato al clan degli Arobaga/Vikings, è stato rintracciato nella città veneta. Qui è stato arrestato dopo una perquisizione che ha permesso di trovare e sequestrare una decina di grammi di sostanza stupefacente del tipo eroina, suddivisa in 15 involucri nascosti dentro una specchiera.
Il 25enne era sfuggito agli arresti di fine ottobre dell’Operazione Signal in quanto irreperibile. Per lui il pm della Dda titolare delle indagini, Roberto Ceroniquale, aveva disposto una perquisizione personale e domiciliare, che non sono state eseguite proprio perché l’indagato era senza fissa dimora.
Secondo gli inquirenti Abamu è parte dell’associazione di stampo mafioso degli Arobaga/Vikings e all’interno de essa ricopre un ruolo di spacciatore di sostanze stupefacenti nella province di Padova e Venezia.
Abamu aveva stretti contatti con l’altro indagato, Albert Emmanuel soprannominato “Ratty”, coordinatore di Padova, anche lui arrestato nel corso dell’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare. Questi, in una telefonata intercettata, aveva anche minacciato di rispedire Abamu in Nigeria. La sua colpa era quella di avere stretti contatti con alcuni altri associati dissidenti, che erano in “guerra” con Albert Emmanuel per destituirlo dal suo ruolo di “boss” nella città patavina. Uno dei dissidenti aveva anche minacciato di tagliare con il machete il coordinatore di Padova.
Abamu si sentiva anche con Okenwa Emmanuel, “dj Bugi”, con il quale si era incontrato a Parma durante un funerale di un loro connazionale per partecipare poi ad una riunione dell’organizzazione criminale a casa dell’Executional” della città ducale.
Il 25enne, infine, aveva anche legami con le “ovulatrici” Vina Ben ed pm titolare delle indagini Roberto Ceroni Monday, soprannominata “Oluchi”, anche loro arrestate dalla squadra mobile nel corso dell’esecuzione delle ordinanze di custodia cautelare. Sarebbero state loro a rifornire Abamu della droga.
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