Lettere al Direttore
3 Dicembre 2020

Fox Bompani risponde alla Fiom

di Redazione | 2 min

Leggere certe cose fa male (il comunicato Fiom del 30 novembre). Il 2013 è l’anno in cui ho preso in mano l’azienda per salvarla dalla chiusura e ci siamo riusciti: uno dei pochi concordati in continuità che è arrivato a riportare l’azienda in bonis, ricominciando ad assumere personale già a partire dal 2015, stabilizzando personale in azienda con contratti di somministrazione.

Come tutte le aziende che escono da un concordato ci sono state difficoltà, in particolare legate al limitato supporto del sistema bancario. Mentre i fornitori hanno sempre sostenuto l’azienda, le banche coinvolte nel concordato hanno avuto un atteggiamento ostruzionistico che ha minato per lungo tempo l’accesso al credito.

Oggi l’azienda sta avendo successo sui mercati internazionali grazie al proprio nome che rappresenta un marchio storico dell’elettrodomestico italiano. Uno dei pochi a sopravvivere, cercando di mantenere la produzione in Italia, a fronte di numerose chiusure di stabilimenti, avvenute anche qui a Modena. Dal termine del lockdown di questa primavera, l’azienda sta faticando a tenere il ritmo degli ordinativi, pur non avendo chiuso per la pausa estiva. In questo momento l’azienda assume al ritmo di 3/4 dipendenti alla settimana per fare fronte agli ordini che arrivano dal mercato nazionale e dai mercati esteri e continuerà fino a tutto dicembre.

Non c’è bisogno delle agitazioni sindacali per capire che stiamo vivendo un momento difficile. Stiamo vivendo le stesse difficoltà di tutto il settore per la carenza di materie prime e per la carenza di capacità produttiva della filiera, anche a causa dell’epidemia in corso.

Venendo alle rivendicazioni, l’azienda ha chiuso le agitazioni di questa estate rinviando a un tavolo che si sarebbe dovuto tenere a settembre: tavolo che sarebbe servito per mettere a conoscenza della nuova proprietà gli accordi rivendicati dai sindacati. Accordi che i sindacati non sono invece stati in grado di dimostrare, rifiutandosi di metterli sul tavolo a cui è presente anche Confindustria. Gli accordi rivendicati al momento non esistono.

Le contestazioni disciplinari sono relative a omesse timbrature. Sono state emesse contestazioni a lavoratori che non hanno timbrato il cartellino. Al delegato sindacale sono state contestate ben 5 omesse timbrature in due mesi. Questo in un momento in cui l’azienda aveva chiesto di fare maggiore attenzione alle timbrature.

Sul tavolo istituzionale l’azienda ha dato la massima disponibilità ad affrontare tutti i temi, ma senza il ricatto di agitazioni sindacali. Le contestazioni disciplinari non sono tema di trattativa sindacale.

All’interno dell’azienda esiste personale responsabile che sa bene cosa significa ritardare le consegne degli ordini in un momento così favorevole del mercato. Oggi quel personale stava lavorando.

Enrico Vento, AD Fox Bompani

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