Salute
21 Novembre 2020
Il riconoscimento è tra i più importanti a livello europeo nel campo della medicina nucleare e tra i più prestigiosi a livello mondiale

Tumori della prostata. A prof Unife il Marie Curie Award

foto del Professor Giovani Paganelli
di Redazione | 3 min

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foto del Professor Giovani Paganelli

Giovani Paganelli

Con uno studio sperimentale sulle nuove strategie terapeutiche per i tumori della prostata in stadio avanzato, il prof. Giovanni Paganelli, ordinario di Medicina Nucleare, direttore della relativa Scuola di Specializzazione dell’Università di Ferrara, vicedirettore Scientifico e Direttore del Dipartimento delle Procedure e Tecnologie Avanzate dell’Istituto Scientifico Romagnolo per lo Studio e la Cura dei Tumori (IRST), ha ottenuto, insieme alla sua equipe, il Marie Curie Award.

Il riconoscimento, tra i più importanti a livello europeo nel campo della medicina nucleare e tra i più prestigiosi a livello mondiale, è assegnato fin dal 1990 dalla European Association of Nuclear Medicine (EANM) allo studio che maggiormente definisce un progresso scientifico in questo settore.

Lo studio, condotto dal Prof. Paganelli con il gruppo di Medicina Nucleare da lui diretto a IRST e quello di Uro-Ginecologia (diretto dal Dott. Ugo De Giorgi), riguarda il trattamento con radiofarmaci della molecola 177Lu-PSMA nei tumori della prostata in stadio avanzato. Un approccio sperimentale che oggi in Italia è eseguito, nell’ambito di un protocollo clinico, solo presso IRST.

Il trattamento, che riguarda quei malati di tumore alla prostata – neoplasia più diffusa tra gli uomini con una stima, per il 2020, di quasi 44mila nuovi casi – verso cui i trattamenti consolidati, quali chemio e ormonoterapia, non hanno effetto, si basa su una terapia che utilizza un radiofarmaco diretto contro un marcatore tumorale presente sulle sole cellule malate: il PSMA (Prostate-Specific Membrane Antigen). La vera innovazione è che lo studio ha permesso di identificare una categoria di pazienti che, per caratteristiche genetiche, beneficiano di una significativa risposta a questo trattamento sia dal punto di vista del contrasto alle lesioni tumorali, sia per quanto riguarda la tolleranza. Viceversa, esiste una categoria di pazienti verso la quale è più opportuno tentare altre vie. Lo studio, quindi, dimostra l’utilità di selezionare i pazienti secondo profili genetici così da poter offrir loro la chance terapeutica realmente più efficace.

“Siamo naturalmente molto soddisfatti – commenta Paganelli – non solo perché si tratta di un premio prestigioso ma soprattutto perché conferma la bontà delle ricerche e degli studi che svolgiamo in IRST. In particolare, siamo felici di poter offrire ai nostri pazienti trattamenti innovati ed efficaci che ancora non sono entrati nella comune pratica clinica ma che, proprio grazie a questi studi, potranno presto essere trasferiti a beneficio dell’intero Servizio Sanitario Nazionale.”

La premiazione del Marie Curie Award si è tenuta online venerdì 30 ottobre nel corso del XXXIII Congresso dell’Associazione Europea di Medicina Nucleare, svoltosi a Vienna.

L’abstract premiato “Amplificazione del gene del recettore degli androgeni circolanti e resistenza a 177Lu-PSMA-617 in pazienti con carcinoma prostatico metastatico resistente alla castrazione: risultati di uno studio di fase 2”, è stato condotto, oltre dai già citati Giovanni Paganelli Ugo De Giorgi da Stefano Severi, Maddalena Sansovini, Silvia Nicolini, Ilaria Grassi (SS Medicina Nucleare Terapia IRST IRCCS), Finn von Eyben (Center of Tobacco Control Research, Odense, Danimarca), Vincenza Conteduca (SSDA Gruppo di Patologia Uro-Ginecologico e Terapie Alta Densità di dose nei tumori solidi IRST IRCCS), Manuela Monti, Flavia Foca (SC Biostatistica e Sperimentazioni Cliniche IRST IRCCS), Giorgia Gurioli (Unit Translational Oncology – Laboratorio Bioscienze IRST IRCCS), Monica Celli, Federica Matteucci (SS Medicina Nucleare Terapia IRST IRCCS).

Per il Prof. Paganelli si tratta del secondo Premio Curie in carriera dopo quello ricevuto nel 1998 sulla tecnica del linfonodo sentinella da lui messa a punto nei tumori mammari quando lavorava nell’equipe del prof. Umberto Veronesi allo IEO di Milano.

L’Associazione Europea di Medicina Nucleare (EANM) è la più grande organizzazione dedicata alla medicina nucleare in Europa. Nata nel 1985 a Londra è diventata l’organizzazione che rappresenta l’intero settore nei confronti delle istituzioni europee e di altre istituzioni internazionali. Obiettivo principale è quello di essere una piattaforma per la diffusione e la discussione degli ultimi risultati nel campo della medicina nucleare. Promuove e coordina lo scambio reciproco di conoscenze relative alla diagnosi, trattamento e prevenzione delle malattie attraverso le strategie terapeutiche della medicina nucleare.

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