Quando vedi arrivare verso le due del pomeriggio sul posto di lavoro due anziani signori (i titolari dell’attività di ristorazione) sulla ottantina, molto affaticati, con i sacchetti di plastica che contengono il pranzo che hai ordinato in una trattoria che fa il “domicilio”, ti fai della domande: la prima è se sia giusto che ciò accada, poi cosa succederà nel 2021 se non ripartiranno cucine e turismo, che sono eccellenze italiane e che contribuiscono per il 13 per cento al PIL.
Ci sono decine di migliaia di posti di lavoro a rischio(60.000 sono nel comparto accoglienza turistica montana) .Quanti ristori dovremo fare? Quante “casse” dovremo concedere? Quanti Btp “futura” dovremo vendere? Speriamo bene.
Lettera firmata