Spettacoli
25 Ottobre 2020
Il coreografo porterà in scena venerdì 30 ottobre al teatro Comunale in prima mondiale lo spettacolo ‘Hands do not touch your precious Me’

Il grande ritorno Vandekeybus: “Siamo bloccati dalla paura e c’è bisogno di una trascendenza”

di Redazione | 2 min

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di Lucia Bianchini

Un grande ritorno al Teatro Abbado di Ferrara con il coreografo Wim Vandekeybus, che venerdì 30 ottobre alle 21 porterà in scena ‘Hands do not touch your precious Me. A dialogue between the universes of Wim Vandekeybus, Olivier de Sagazan and Charo Calvo’ realizzato in collaborazione con Olivier de Sagazan e Charo Calvo e prodotto da Ultima Vez in co-produzione Kvs Brussel, Teatro Comunale di Ferrara e Les Théâtres de la Ville de Luxembourg.

Dopo una prima rappresentazione a Ferrara e un’ultima nel 2014 Wim Vandekeybus torna a Ferrara, dove è tra i coreografi più rappresentati del nostro teatro Comunale, come ha spiegato Marino Pedroni: “Tra queste due date ci sono altre dieci rappresentazioni, la sua presenza in città e il lavoro che ha fatto è molto significativo per il nostro teatro e ci ha caratterizzato molto. Oltre a workshop e proiezioni sono state molto interessanti le attività condotte in città negli ultimi anni per un pubblico di operatori sociali e sanitari”.

Come il coreografo stesso ha spiegato, lo spettacolo è nato dall’incontro con l’artista visivo e performativo Oliver de Sagazan, che lavora in particolare con l’argilla, ed è stata poi coinvolta Charo Calvo, compositrice spagnola, che ha portato le ispirazioni del mito, a cui si sono poi aggiunti otto danzatori. La sfida è stata unire due arti molto diverse: la danza e la produzioni in argilla di Sagazan. La performance non ha testo, non ha una spiegazione chiara, ma si vuole che il sentire sia trasmesso da atmosfere e immagini, per dare forti emozioni. Lo spettacolo riprende il mito della dea sumera Inanna e la sua discesa negli inferi.

A colpire è anche il titolo, ‘mani che non possono toccarsi’, che come Vandekeybus ha affermato, è nato prima della quarantena, che in Belgio hanno vissuto diversamente rispetto all’Italia, continuando comunque le prove in totale sicurezza, prima a piccoli gruppi e senza potersi toccare, poi insieme: “Abbiamo deciso di abbracciare questa sfida e non ci sarà paura nello spettacolo, oggi siamo bloccati appunto dalla paura e abbiamo bisogno di una trascendenza. Tornare a Ferrara è una nostalgia e un tornare a casa – ha proseguito Vandekeybus – sono felice di essere qui per una prima mondiale, qualcosa che non si ripeteva da anni, e anche se di questi tempi ogni giorno è un giorno nuovo e non si sa cosa succederà, siamo sicuri che porteremo fino alla fine questo progetto. Il pubblico di Ferrara è sempre molto caloroso e affezionato, lo sento sempre molto vicino”.

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