Politica
23 Ottobre 2020
Il progetto prevedeva anche incentivi chilometrici fino a 50 euro al mese ai lavoratori con fondi regionali

Il Comune di Ferrara si lascia scappare 140mila euro per il “Bike to work”

Biciclette
di Redazione | 2 min

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Perché perdere decine di migliaia di euro senza attivarsi per incentivare l’uso della bicicletta nel percorso casa-lavoro? Se lo chiede il Partito democratico in una interrogazione a firma Aldo Modonesi e Anna Chiappini, ricordando che la Regione Emilia-Romagna ha attivato nel giugno 2020 il progetto “Bike to work” con il quale premia con 3,3 milioni di euro i 30 Comuni firmatari del Piano Aria Integrato Regionale (tra i cui Ferrara) con finanziamenti fino al 70% per interventi strutturali per realizzare corsie riservate al trasporto pubblico locale e piste ciclabili, oltre ad altre misure per rendere agevole muoversi sulle due ruote in città e incentivi chilometrici fino a un massimo di 50 euro al mese ai lavoratori che scelgono le due ruote per andare in azienda e fino a 300 euro agli abbonati ferroviari per comprare la bici pieghevole”.

Il contributo regionale destinato al Comune di Ferrara ammonta a 138.825 euro, dei quali la metà (69.412,82 euro) destinati a finanziare incentivi per gli spostamenti casa-lavoro in bicicletta dei dipendenti di aziende del territorio sulla base di accordi con le aziende stesse, per promuovere l’uso della bicicletta in sostituzione dell’autoveicolo privato.

Già in maggio e luglio il Pd aveva chiesto a sindaco e assessore alla mobilità di sollecitare interventi a sostegno della mobilità sostenibile, tra i quali anche l’attivazione del bike to work.

Ma lo scorso 2 settembre il vicesindaco e assessore alla mobilita Nicola Lodi ha risposto, “come spesso capita – sottolineano i consiglieri-, evasivamente alle interpellanze, limitandosi a indicare l’ammontare dei fondi ricevuti dalla Regione, senza indicare tempi e modalità di attuazione degli interventi relativi al bike to work”.

Numerosi altri Comuni invece (la quasi totalità dei capoluoghi di provincia, con Modena, Bologna, Parma tra i primi che hanno avviato la sperimentazione, ma anche realtà non capoluogo di provincia come Imola e Faenza) hanno già sottoscritto le convenzioni con le aziende, emesso i bandi e avviato le sperimentazioni.

In questi giorni si è levato anche il grido di allarme di Fiab Ferrara, “che ha denunciato l’immobilismo del Comune, che a parte la somministrazione di un questionario, pare non aver ancora attivato alcun intervento a causa di non meglio chiariti problemi di privacy”.

“Quindi il Comune – fanno notare i dem -, come già successo con la sperimentazione per la micromobilità elettrica non attivata nei tempi previsti dai decreti legislativi e nonostante i numerosi solleciti anche del nostro gruppo consiliare, rischia di perdere il finanziamento regionale e di non attivare il progetto bike to work”.

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