Cronaca
17 Ottobre 2020
Venerdì gli interrogatori di garanzia per i quattro imprenditori finiti ai domiciliari, due si sono avvalsi della facoltà di non rispondere

Mazzette alla Motorizzazione. L’imprenditore: “Pagavo per agevolare i tempi delle revisioni”

di Daniele Oppo | 2 min

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Due si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, un altro è ricoverato in ospedale e dunque legittimamente impedito a comparire. Alla fine, solo Alberto Costa, meccanico e venditore di camion, uno dei quattro imprenditori finiti ai domiciliari nell’inchiesta sulle mazzette alla Motorizzazione civile di Ferrara, ha provato a spiegare la sua versione dei fatti al gip Vartan Giacomelli.

Costa, imprenditore rodigino e anche lui considerato un po’ un intermediario per altri imprenditori (difeso dall’avvocato Monica Malagutti del foro di Rovigo), ha ammesso di aver pagato più volte uno degli imputati principali, Alessandro Barca, titolare della “All service srl”, per “anticipare la revisione, ho ottenuto solo l’agevolazione per i tempi”, come spiegato ai taccuini all’uscita dall’interrogatorio.

“Mai nessuno dei miei mezzi non è passato dentro la motorizzazione – dice Costa -, mai fatto solo con il libretto”. Il riferimento è alla contestazione che gli inquirenti fanno a molti imprenditori e ai funzionari della Motorizzazione (Cesare Franchi ed Edoardo Caselli) di aver fatto passare la revisione a dei mezzi esclusivamente per via, per così dire, cartolare.

A Costa vengono contestate 15 operazioni sospette. “Io davo all’agenzia 200 euro e mi faceva la fattura”, afferma ancora. L’imprenditore ha dovuto rispondere anche alle domande sul linguaggio in codice usato dagli intermediari e da Barca: “c’è il sole” per indicare la presenza di un funzionario amico in Motorizzazione, o “c’è la nebbia” per indicare la necessità di rimandare. Costa ha confermato l’uso del codice “per indicare che qualcuno era più tranquillo di qualcun altro”.

Un sistema ben oliato, la cui esistenza precede, probabilmente no di poco, l’avvio dell’indagine di fine 2018 e che sembra essere proseguito in qualche forma anche dopo la sua chiusura nel maggio del 2019, anche se qualcuno dei principali indagati aveva forse già mangiato la foglia, prestando qualche cautela in più e qualche raggio di sole in meno.

L’avvocato Malagutti ha avanzato la richiesta di attenuazione della misura della misura cautelare, ottenendo il parare favorevole del pm Andrea Maggioni. Il giudice si è riservato.

Avvocato Giampaolo Remondi

L’avvocato Giampaolo Remondi

Come detto, problemi di salute hanno determinato il rinvio dell’interrogatorio di Marco Gallerani (difeso dall’avvocato Bernardo Pancaldi, sostituito dal collega Giampaolo Remondi), mentre sia Giordano Monducci (avvocato Anna Collubriale del Foro di Bologna) che Sergio Cagnoni (avvocato Sandro Felisatti) si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.

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