Lettere al Direttore
14 Ottobre 2020

Per essere smart serve anche l’intelligenza umana

di Redazione | 3 min

Caro Sindaco,

           arriva nelle case la pubblicità “Nuova Luce per Ferrara”, di Hera e Comune, in cui Lei si presenta semisorridente nella foto in copertina. Speriamo che il mezzo sorriso sia il riverbero di una non eccessiva fiducia in Hera, ditta famosa per le proposte finalizzate al suo esclusivo tornaconto. E auspichiamo non voglia credere che nel territorio comunale sia fisiologico il monopolio dei più lucrosi servizi comunali dati ad una società privata.

Le favole inventate dal PD pro Hera restano favole, e visti certi andazzi è inevitabile nutrire sospetti. Per citarne uno: la doppia illuminazione di alcune vie consentiva ad Hera, retribuita contrattualmente ad ogni ‘punto luce’ (e non per il flusso luminoso erogato), di farsi pagare due volte. Ciò è ancora consentito? Il rinnovato contratto di servizio con Hera è poi stato depurato da sconce furbate? Altrimenti c’è da pensar male. Come quando tentarono di spacciare per geotermia un impianto di teleriscaldamento comprendente grandi caldaie a gas.

Dovendo diffidare, do un’occhiata, nel riquadro “Inquinamento Luminoso” del dépliant, al raffronto fra due foto notturne, una illuminata dalla luce di un lampione a LED, l’altra da un lampione al sodio. Quella a LED risulta davvero più attraente. Quindi, è tutto OK? Quasi.

L’altra foto, guarda caso, ha meno risoluzione ed è leggermente sfocata, cioè di fastidiosa lettura. Non se n’è accorto?

Ancor più grave è l’acquiescenza sui pochi dati dell’illuminazione pubblica: l’Energia annuale attuale e futura, il risparmio energetico del 71%, il presunto risparmio di CO2. Tutto qui? Fra le cose taciute c’è pure la sommatoria degli importi per la spesa milionaria annuale, il dato più importante in un documento inviato a chi salderà il conto. Non è un bel gesto nascondere la realtà.

Infine, non si deve trascurare che Hera sembra aver scoperto ieri l’alta efficienza dei LED, visto che fino al 2019 non ha smesso di installare nuovi corpi con lampade a scarica.

Si preferiva la tecnologia in declino per masochismo comunale o sadismo di Hera? Quanto sono costati quei prodotti obsoleti?

C’è un responsabile della montagna di roba da rottamare precocemente, o si replicherà l’oblio per le rottamate ferraglie dette ‘bike sharing’, comprate da Modonesi a circa mille euro l’una? Anche la mancanza di dati sui misteri delle lampade nuove/vecchie inficia la validità del dépliant per chi deve pagare il tutto, stipendi degli amministratori pro tempore e i lauti guadagni di Hera compresi.

La Smart City promessa è doverosa. Però l’intelligenza degli impianti non basta per raggiungere l’obiettivo. Serve ancora quella umana. Che viene meno nel disinteresse del rapporto prezzo-prestazioni (con esito auspicabile: ‘basso prezzo e alte prestazioni’, ottenibile solo quando chi sceglie, compra e paga è uno solo). Quando chi paga è diverso da chi compra e sceglie, il prezzo passa al livello più alto possibile. Speriamo che ne tenga sempre conto fino alla fine del suo mandato.

Paolo Giardini

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