Spettacoli
1 Ottobre 2020
Dopo lo slittamento per maltempo del 22 settembre la cantautrice friulana si è ripresentata in concerto in piazza Trento Trieste

Elisa “recupera” e confeziona un altro capolavoro per Ferrara

di Mauro Alvoni | 3 min

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Energia e languida malinconia. Sono i due piani, diversi eppure mai separati, sui quali ha agito Elisa nel suo concerto ferrarese in piazza Trento Trieste in chiusura del Ferrara Summer Festival, il secondo dopo quello martoriato dalla pioggia del 20 settembre scorso e l’unica doppia data nella stessa città del suo tour. Un “recupero” di data (avrebbe dovuto tenersi il 22 settembre, ma è stato posticipato per maltempo) questa volta senza intoppi, se si eccettua qualche piccolo problema tecnico sottolineato dalla stessa cantante a livello fonico.

Qualche sedia vuota in più – inevitabile causa il rinvio – non ha comunque rovinato il colpo d’occhio di una piazza affollata (ma ordinatamente seduta) e in trepidante attesa dell’esibizione della cantautrice friulana. Che puntuale, alle 21.30, minuto più minuto meno, si è presentata sul palco senza profferire parola – com’è nel suo stile di artista riservata e un po’ introversa – per far vibrare gli spettatori con la sola forza della musica e della sua voce inconfondibile e matura. Salvo poi ringraziare la città estense: “Ci avete dato tanto affetto, grazie Ferrara”.

Partenza con “Eppure sentire” e “Anche fragile”, a spiegare subito le ali su una incisiva grazia vocale che non ha bisogno di commenti, per poi snocciolare altre perle del suo repertorio meno recente e più energico e rockeggiante, da “Stay” a “Heaven out of hell”, da “Rainbow” a “Lisert”. Ed è soprattutto in quest’ultimo brano – il cui attacco può ricordare vagamente quello di “Professional Widow” di Tori Amos, artista che ha avuto grande influenza su Elisa fin dall’infanzia – che la Toffoli ha mostrato di quale potenza e virtuosismo è capace, di quale strumento sia dotata. L’esibizione di Elisa avrebbe potuto anche fermarsi proprio in quel momento e sarebbe stato già un capolavoro compiuto, un’esplosione deflagrante per un pubblico che si è lasciato rapire, trascinato da ritornelli e melodie che in tanti hanno cantato insieme a lei, sollecitati a più riprese dalla stessa Elisa.

Ma ovviamente non si è fermata e, accompagnata dall’ottima band, ha regalato altri capolavori del suo repertorio: una raffinata ‘Luce (tramonti a nordest)”, la più meditativa ‘L’anima vola”, ma anche brani di grande dinamismo in cui ha potuto lanciarsi in gorgheggi e vocalizzi, come in “Broken”o in “No hero”, nonché nella conclusiva “Together”. Tutte prestazioni che hanno convinto il pubblico di come Elisa, già apprezzata nelle versioni registrate delle sue canzoni raggiunga le vette più alte proprio dal vivo, in forza di una padronanza vocale che le permette, apparentemente senza fatica, di introdurre variazioni, modulazioni inedite e anche qualche improvvisazione. Ulteriore conferma nei bis proposti, “Gli ostacoli del cuore” e “A modo tuo”, che hanno messo il sigillo a una serata trascinante e musicalmente a un livello al quale ben pochi artisti italiani oggi hanno le capacità e le doti per, almeno, avvicinarsi.

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