Eventi e cultura
27 Settembre 2020
Ex aequo con 20 preferenze ciascuno, hanno messo d’accordo la giuria tecnica presieduta da Guido Gentili e quella popolare

Il Premio Estense a Pablo Trincia e Concetto Vecchio

di Redazione | 2 min

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Un’aquila, due vincitori. È finita ex aequo la 56esima edizione del Premio Estense, che nella giornata di sabato ha visto un serrato confronto terminato in parità – 20 a 20 per la precisione – tra l’ex inviato de Le Iene Pablo Trincia e il giornalista di Repubblica Concetto Vecchio.

“Faremo fare un’altra aquila d’oro, e la spediremo a casa ad entrambi” sorride il presidente dell’area ferrarese di Confindustria Emilia Gianluigi Zaina al momento della premiazione, che ha riempito, nei limiti del possibile, il Teatro Comunale. “Una cerimonia certamente diversa nelle modalità quest’anno, ma con la stessa energia di sempre” afferma, esternando l’entusiasmo per essere riusciti a confermare l’appuntamento. “Un segnale importante”, in questo senso, anche secondo il sindaco Alan Fabbri, che si congratula coi premiati, contento per essere riusciti a “vivere un momento, storico e tradizionale, di alto profilo, di cultura, di riflessione”.

Spazio ai contenuti, dunque, dei due libri vincitori: “Più mi ci sono addentrato, e più mi ci sono ossessionato” rivela Trincia, che con ‘Veleno’ fa luce sulla torbida vicenda giudiziaria che ha distrutto intere famiglie nella Bassa Modenese. Bambini, riti satanici, famiglie straziate, fratelli che non si sarebbero mai più rivisti: “una storia che sembra quasi esser stata lei ad avermi chiamato – racconta il vincitore – quando sono andato a casa di una mamma che aveva lasciato messaggi e registrazioni nel caso che qualcuno, un giorno, ne avesse avuto bisogno. È come se avesse lanciato un sassolino nel futuro, e io ero lì a raccoglierlo”.

Concetto Vecchio ha invece fatto un lavoro quasi introspettivo con ‘Cacciateli’, la vicenda dei migranti italiani in Svizzera a fine anni Sessanta, tra cui c’erano anche i suoi genitori. “Tra tutte le persone che ho intervistato nella mia vita e per lavoro, non avevo mai intervistato i miei genitori – afferma – un’esperienza molto profonda”.

All-focus

C’è stato spazio anche per gli altri due finalisti, Silvia Bencivelli e Alberto Sinigaglia, che rispettivamente con ‘Sospettosi’ e ‘Fffortissimo’ si sono guadagnati i meritatissimi applausi del pubblico. “Siamo tutti un po’ sospettosi – afferma la giornalista scientifica – soprattutto in un’era in cui, in materia di salute, ci vengono spesso comunicate decisioni con una certa autorità”: uno sprone a chiedersi sempre, a mettere sempre in dubbio perfino “ciò che dicono gli esperti”. Lo stesso che, in altro ambito, ha avuto Sinigaglia: “Al giornalismo odierno manca la critica musicale – afferma – e di questo è colpevole. Non c’è più l’approfondimento, e badate che chi fa musica non conosce soltanto le note, ma anche la cultura, la politica e la società che ci circonda”.

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