Attualità
24 Settembre 2020
La targa oscurata da bidone dei rifiuti. Papà Lino: "Rispetto a pochi giorni dal 15° anniversario". Interviene chef Rubio: "Spostateli". Il sindaco dispone la rimozione: "Errore accidentale". E il caso diventa materia di educazione civica a scuola

Aldrovandi, il luogo dell’omicidio coperto dai cassonetti. Ma Ferrara non dimentica

di Elisa Fornasini | 4 min

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Da anni campeggia all’ippodromo una targa che ricorda i brevi diciotto anni di vita di Federico Adrovandi che, a pochi passi dalla lastra in marmo bianco affissa nel 2012 dal Comune di Ferrara, ha trovato la morte per mano di quattro agenti di polizia.

Sono passati quindici anni da quell’omicidio e domani, venerdì 25 settembre, ricorre l’anniversario di una delle pagine più buie della storia ferrarese.

Una ricorrenza che veniva celebrata con un concerto in memoria di Federico, almeno fino al 2019 quando l’associazione che porta il suo nome ha deciso di sciogliersi per permettere alla famiglia di vivere il dolore in una dimensione più personale, intima, riservata.

Una ferita che non potrà mai rimarginarsi e che ora viene lacerata alla vista dei… cassonetti dei rifiuti. Ebbene sì, un bidone grigio è comparso proprio di fronte alla targa e oscura quel simbolo di verità e giustizia, incastonato tra fiori e piante rampicanti.

“Certo che i rifiuti hanno necessità di essere riposti da qualche parte, però forse un po’ di rispetto a pochi giorni da un ricordo particolare in quel luogo di morte di un ragazzo, magari spostando i contenitori un poco più in là, andava considerato” commenta il papà Lino Aldrovandi sulla sua pagina Facebook.

Un messaggio rivolto direttamente a suo figlio: “Così è il mondo Federico, anche nelle piccole cose, anche coprire con un bidone la tua immagine semplice e pura. Sarà stata una svista, diciamo così” aggiunge Lino che, con la pacatezza che lo ha sempre contraddistinto in questi anni di lutto e battaglie, invita gli utenti social a “non proferire la minima offesa verso ad alcuno, sicuro della vostra comprensione”.

Decisamente meno moderato l’intervento di chef Rubio che in un post su Twitter attacca duramente i quattro agenti della polizia di Stato “che hanno ucciso un ragazzino inerme” e invita il Comune di Ferrara a spostare i cassonetti, ribattezzati “l’installazione La Monnezza”, accompagnato dall’hashtag #Aldrovive #ovunque.

La notizia è arrivata anche all’attenzione del sindaco Alan Fabbri che nel pomeriggio di mercoledì ha dato disposizione di rimuovere immediatamente il cassonetto mobile che era stato accidentalmente posizionato nelle vicinanze dell’area di via Ippodromo dedicata alla memoria di Federico Aldrovandi. “Gli operatori Hera hanno già effettuato l’intervento – spiega il primo cittadino -. Si trattava di un cassonetto mobile fornito dalla multiutility agli addetti di un evento posto nelle immediate vicinanze e poi da questi esposto all’esterno in attesa del passaggio degli operatori della multiservizi”.

L’immagine può anche essere (temporaneamente) oscurata, ma il ricordo no. Ferrara non dimentica quella maledetta notte e sono due gli eventi in programma nel 15esimo anniversario dell’uccisione di Aldro. Soprattutto nelle scuole che hanno aderito a “Una giornata per Federico Aldrovandi“.

L’iniziativa è promossa dall’istituto comprensivo C. Govoni in collaborazione con Anpi, Centro Donna Giustizia, Centro Documentazione Donna e Zona Franca e coinvolge insegnanti e studenti della scuola primaria e secondaria, anche se l’invito è stato diramato a tutte le scuole.

Ogni docente di italiano che aderisce al progetto può dedicare l’ora di educazione civica a una discussione su diritti, Costituzione e democrazia.

“Partendo da un fatto di cronaca, si coglie l’occasione per far riflettere gli studenti sui diritti inalienabili dell’uomo, sul rispetto per la vita e le regole, senza prendere posizione in merito: non si intende né demonizzare le forze dell’ordine né gettare discredito sulla famiglia Aldrovandi, ma solo stimolare la riflessione sul contrasto alla violazione dei diritti umani” spiega la dirigente scolastica Anna Bazzanini.

Tra le modalità previste, discussione, brainstorming, mappe concettuali, cartelloni, per coinvolgere i giovani in queste tematiche importanti e sempre attuali. Le lezioni verranno come sempre caricate sul registro elettronico e potranno essere a disposizione delle famiglie per un eventuale appunto anche a casa.

Sabato 26 settembre si terrà invece la presentazione del libro “Federico ovunque” di Daniele Vecchi per ripercorrere tutta la storia, “Dal sangue sul selciato agli striscioni rimossi dagli stadi: il caso Aldrovandi e la storia mai raccontata di una battaglia per la giustizia, la memoria e la verità”. L’evento, in calendario alle 19 al circolo BlackStar di via Ravenna, conta sul sostegno della Curva Ovest che ha fatto sua questa battaglia, fuori e dentro lo stadio, sotto il coro “Aldro vive con noi”.

Un appoggio che, per quanto possibile, ha confortato la famiglia Aldrovandi. Tornata in via Ippodromo per verificare la rimozione del bidone: “I cassonetti sono stati rimessi al loro posto – scrive dopo Lino -. Erano stati lì riposti temporaneamente per una festa culinaria in corso all’interno dell’ippodromo. Il Comune non c’entra nulla, si è trattato di un errore di un operaio che non conosceva la storia. L’ha fatto in buona fede. Un svista, che non toglie comunque quella delusione provata…”.

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