Don Tiziano Bruscagin (archivio)
Inizia subito con un rinvio il processo nei confronti di don Tiziano Bruscagin, l’ex parroco di Goro accusato di aver calunniato due fratelli indicandoli come autori del brutale assassinio di Willy Branchi.
Nella tarda mattinata di lunedì 21 settembre, i difensori del don – gli avvocati Milena Catozzi e Marcello Rambaldi – hanno ottenuto dal giudice dell’udienza preliminare un po’ di tempo per analizzare i documenti prodotti dal pm Andrea Maggioni: si tratta dei verbali di sommarie informazioni rese da persone a cui Bruscagin aveva fatto riferimento indicandole come persone a conoscenza dei fatti durante l’indagine (ri)aperta nel 2014. I documenti fanno parte dell’indagine principale, quella in cui due fratelli finora rimasti senza nome sono indagati per l’omicidio, al quale il procedimento nei confronti del don è strettamente connesso.
Il gup Vartan Giacomelli ha aggiornato l’udienza al prossimo 18 novembre, quando anche la difesa potrebbe chiedere a sua volta l’acquisizione di altri documenti.
Dall’altre parte vi sono i due fratelli Francesco (detto Boris) e Alfredo Gianella, rappresentati dall’avvocato Dario Bolognesi, indicati dal don come coinvolti nell’omicidio di Willy (nell’ottobre del 2019, sulla lapide del padre Ido, anche lui nominato dal don, comparve la scritta “assassino”). Si costituiranno parte civile.
E parte civile si costituirà anche Luca Branchi, il fratello del 18enne massacrato e ucciso nella notte tra il 29 e il 30 settembre del 1988, assistito come sempre dall’avvocato Simone Bianchi. “L’atteggiamento della famiglia Branchi è neutrale – afferma il legale -. Esortiamo il prete a dire quello che sa e a chiarire la sua posizione. Il suo silenzio non fatto altro che accrescere il dolore della famiglia”.
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