Gentile Redazione,
sono una frequentatrice dei mezzi pubblici, anche extra urbani e da ieri sento in forte pericolo la mia salute in primis, e anche quella degli altri viaggiatori costituiti soprattutto da studenti.
Dopo giorni e giorni di “polemiche” sugli scuolabus (mascherina sì mascherina no, distanziamenti, finestrini aperti, tempo di percorrenza inferiore o superiore ai 15 min…), finalmente si aprono le scuole e la mia curiosità sulle regole anti covid dei mezzi pubblici, era palpante.
Ovvero più che curiosità, si chiamava preoccupazione! Infatti, mi aspettavo che l’azienda trasporti, memore del caos degli anni passati negli orari di punta (ore 13) dei primi giorni di scuola, quando studenti e non studenti, per la ressa erano costretti ad aspettare almeno un’ora un altro mezzo per tornare a casa, provvedesse a di conseguenza, a maggior ragione ora in virtù del virus.
Il film purtroppo si è ripetuto anche in epoca Covid. Lunedì primo giorno, stipati come le sardine, con alcuni giovani poco rispettosi della regola di indossare la mascherina, si torna a casa, con l’unico desiderio di scendere e di fare il bagno nell’amuchina.
Il secondo giorno appare un mezzo in più, ma il vecchio e scomodo pullman di una dita appaltatrice, non risolve affatto il problema. Ancora stipati come sardine. Per la prima volta avverto un preoccupante rischio alla salute.
Oltre ai bus scolastici, chi controlla quelli pubblici?
E dire che da Ferrara ad Anita ci si impiega ben oltre i 15 minuti…
Liviana Zagagnoni