Il 25 novembre di Ferrara porta in strada rabbia e richieste
Arrivano in tante, centinaia, nella Giornata contro la violenza sulle donne: giovani e giovanissime, studentesse, lavoratrici precarie, persone trans, ragazzi solidali
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Pauroso incidente su via Virgiliana, al passaggio a livello che si trova all'altezza della torre Senetica. A scontrarsi un treno regionale che procedeva sulla linea che porta a Suzzarra e un camion bisarca
È stato condannato a un anno di reclusione il legale rappresentate di una azienda a cui era stato subappaltato un cantiere a Borgo Punta dove perse la vita un operaio edile 36enne
Niente patteggiamento o rito abbreviato per l'uomo che aggredì l'avvocato Gianluca Bonazza e la moglie in vai Carlo Mayr
Una pattuglia della Polizia di Stato di Ferrara ha arrestato per evasione una donna di 40 anni già sottoposta alla misura della detenzione domiciliare
Un ispettore e un sovrintendente di Polizia penitenziaria sono finiti a processo per violenza privata aggravata e abuso di autorità nei confronti di due detenuti tunisini ristretti nel carcere di Ferrara (parti offese ma ormai espulse dall’Italia) con anche l’aggravante dell’odio razziale.
Entrambi i poliziotti penitenziari – difesi dall’avvocato Denis Lovison – dopo l’udienza di martedì 15 settembre, dovranno tornare davanti al Gup Carlo Negri il prossimo 24 settembre: la pm Isabella Cavallari ha modificato il capo d’imputazione, aggiungendo nuove accuse, motivo che ha portato il difensore a chiedere i termini a difesa.
I fatti, da quello che si apprende, si sarebbero svolti negli anni tra 2014 e 2017, soprattutto in quest’ultimo anno.
Entrambi, usando la violenza sia fisica che psicologica, avrebbero cercato di costringere un detenuto a fornire informazioni su altri ristretti (violenza privata), sottoponendolo a misure di rigore – consistite in percosse – non consentite (abuso di autorità), mossi dall’odio razziale. Nei confronti di un altro detenuto, parte offesa, si sarebbero limitati solo all’abuso di autorità.
Per l’ispettore sono state integrate anche accuse di istigazione a compiere danneggiamenti nelle celle e resistenze a pubblico ufficiale, alcune in concorso con dei detenuti.
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