Politica
6 Agosto 2020
Il gruppo consiliare dem si chiede che fine abbia fatto la candidatura per il 2022, ma la proroga del titolo a Parma rende coerente l'assenza della città estense tra il gruppo di finaliste

Il Pd scivola sulla Capitale della Cultura

di Daniele Oppo | 2 min

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Pecca forse di distrazione il gruppo consiliare del Partito Democratico che attacca il sindaco e l’Amministrazione comunale per l’assenza di Ferrara tra le 28 città finaliste che si contendono il titolo di Capitale italiana della Cultura 2022.

I dem ricordano la candidatura annunciata “in pompa magna” da Alan Fabbri a febbraio (prima che scoppiasse l’emergenza sanitaria), con l’annuncio anche della costituzione del Comitato promotore, ma dimenticano che la stessa Amministrazione rinunciò a presentare la candidatura per il 2021 ritenendo improbabile che dopo Parma (vincitrice per il 2020) sarebbe stata scelta un’altra città emiliana l’anno successivo. Ora, la questione è che con l’emergenza Covid-19 il titolo assegnato a Parma è stato prorogato proprio per l’anno 2021 e appare dunque coerente con la decisione precedente quella di non concorrere per il 2022, puntando a questo punto al 2024, visto che il 2023 è stato simbolicamente già assegnato dal Governo a Bergamo e Brescia, città che hanno subito un forte impatto dall’emergenza coronavirus.

Secondo i dem, invece, che appaiono fortemente sorpresi, dell’annunciata candidatura,  “(come di tante altre cose…) si sono perse le tracce. Almeno fino a ieri, quando è uscita la lista delle 28 pretendenti: da Bari all’Aquila, da Pisa a Verona. Con Ferrara non pervenuta. Senza che si sappia più nulla del Comitato promotore (è stato costituito? Da chi è formato? Ha lavorato o meno sulla candidatura?), né delle scelte del Comune (l’abbiamo data persa? Si presenterà la candidatura per il 2024, visto che il Mibact ha già deciso che il 2023 Bergamo e Brescia saranno le due Capitali della Cultura italiane?), né sia stato comunicato nulla alla città e agli operatori del commercio, della cultura e del turismo, già in grave crisi a causa del Covid, che perdono così una grande occasione di rilancio”.

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