Cronaca
1 Agosto 2020
Violenza domestica a Ferrara, provvedimento del questore per un 50enne violento 

Picchia la moglie per non farla uscire di casa e riceve un ammonimento 

di Redazione | 3 min

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Picchiata dal marito perché non voleva che uscisse di casa, né che imparasse l’italiano. È una storia di una violenza inaudita quella emersa dall’indagine della polizia di Stato che ha portato il questore Cesare Capocasa ad ammonire un uomo di 50 anni di nazionalità pakistana che in più circostanze ha usato violenza nei confronti della moglie connazionale di 44 anni, che non lo ha mai denunciato anche in forma anonima.

Nell’ultimo intervento si è accertato che in occasione dell’ennesimo litigio scaturito per futili motivi, il marito l’aveva afferrata al collo e strattonata violentemente, provocandole lesioni.

La donna soccorsa e medicata al pronto soccorso di Cona è stata giudicata guaribile con una prognosi di cinque giorni con diagnosi di “cervicobrachialgia bilaterale e reazione da stress in violenza da parte del marito”.

Ma purtroppo non è stato il primo episodio di violenza domestica. La vittima ha raccontato di aver contratto matrimonio da circa 10 anni, e di subire da tempo angherie, vessazioni e violenze fisiche dal marito perché non voleva che uscisse di casa, né che imparasse l’italiano.

Il questore, dopo aver verificato i fatti segnalati attraverso l’acquisizione dei necessari elementi informativi e delle dichiarazioni rese dalle persone informate sui fatti, ha intimato all’uomo di desistere da comportamenti che possono mettere in pericolo l’incolumità o la sicurezza fisica o psicologica della donna, informandolo sui centri di recupero e i servizi sociali disponibili sul territorio in modo tale da favorire, di fatto, un suo pieno recupero.

L’intervento rientra nel progetto “Questo non è amore”, ideato e promosso dalla Direzione Centrale Anticrimine del Dipartimento della Pubblica Sicurezza che si pone l’obiettivo di superare gli stereotipi e i pregiudizi per diffondere una nuova cultura di genere e aiutare le vittime di violenza a vincere la paura, rompendo la fitta rete di isolamento e vergogna

I dati statistici in ambito nazionale relativi ai reati riconducibili alla violenza di genere analizzati nel primo semestre di questo anno, rispetto allo stesso periodo del 2019, fanno registrare 131 omicidi, un calo del 19%, ma si registra un lieve incremento per le vittime di sesso femminile.

Per quanto concerne i cosiddetti ‘reati spia’ della violenza di genere – stalking e maltrattamenti in famiglia – dopo una decisa flessione di circa il 9% nel periodo del lockdown, sono tornati ad aumentare a maggio e giugno con numeri intorno a 1650 per i reati di maltrattamenti attestandosi ai valori del 2019, mentre per il reato di stalking si registra un andamento simile nei periodi in esame.

Per quanto riguarda il trend nella provincia ferrarese, si registra un calo da 2 a 1 per gli omicidi, mentre per i “reati spia” della violenza di genere si rileva un piccolo scostamento da 59 a 61 per il reato di stalking, e un forte aumento, circa il 30% per i reati di maltrattamenti in famiglia che da 71 passano a 99.

L’appello che il questore Capocasa ripete ormai come un mantra è sempre lo stesso: “Rompete l’isolamento e la vergogna. Uscite dal silenzio. Denunciate”. Anche attraverso l’app Youpol che consente di trasmettere in tempo reale messaggi e immagini agli operatori della Polizia di Stato, le segnalazioni sono automaticamente georeferenziate e sono possibili anche in forma anonima.

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