Attualità
5 Luglio 2020
Fials sollecita un incontro urgente per discutere di turni notturni, mobilità interna, tempi di vestizione e riconoscimenti economici

Sanità, sei richieste al neo direttore generale dell’Ausl

di Redazione | 3 min

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Monica Calamai

Sono sei le richieste avanzate dalla Fials al neo direttore generale dell’Ausl Monica Calamai, a cui esprime “sinceri auguri di benvenuto nella nostra città e i migliori auspici per affrontare le complesse questioni che riguardano la salute dei cittadini, l’efficienza e l’efficacia dei servizi, il clima e il benessere organizzativo negli ambienti di lavoro”.

È l’incipit della lettera aperta scritta dalla segretaria generale Mirella Boschetti per evidenziare innanzitutto che “i mesi di pandemia hanno portato alla luce tutte le criticità e le carenze del Ssn, dalle dure condizioni di lavoro che hanno messo a dura prova tutti gli operatori della sanità (infermieri, Oss, operatori dell’emergenza territoriale 118, Trsm, Tlsb, fisioteapisti, ostetriche, ecc), non eroi, ma professionisti che hanno assolto e continuano ad assolvere nel miglior modo possibile al loro dovere e che in tale frangente, non hanno esitato a sacrificare la loro salute, il loro tempo di vita, le loro famiglie per garantire i servizi e le cure necessarie ai pazienti loro affidati”.

“Questi professionisti hanno combattuto e continuano a combattere un nemico invisibile e gli effetti, non solo psicologici, perdureranno per un tempo non programmabile” constatata la rappresentante della Fials che per questo chiede “maggior attenzione alle problematiche lavorative che a tutt’oggi non hanno trovato ascolto, quale l’incremento dell’orario di lavoro del turno notturno portato a 11 ore, l’attivazione della mobilità per tutti i profili, il disagio e il malessere nei luoghi di lavoro, la violenza verbale e non subita da chi è in prima linea che, come prevedibile si ripresenta dopo mesi di blocco delle visite, delle indagini diagnostiche, nella fase di ripartenza del sistema sanità già in crisi nel periodo ante Covid”.

“I professionisti della sanità – rimarca Boschetti – meritano rispetto, meritano ascolto, per il ruolo fondamentale che ricoprono, per il valore ed il bagaglio di competenze che possiedono e che durante la pandemia hanno contribuito a salvare tante vite umane, meritano riconoscimenti sociali politici ed economici, meritano ben altri dirigenti”.

La Fials sollecita quindi un incontro urgente per affrontare le sei richieste, a partire dalla “soppressione del turno notturno di 11 ore, orario incrementato dall’azienda nel 2017, da subito contestato dalla Fials che si è fatta portavoce, in questi anni, del grave disagio vissuto dai lavoratori, presentando petizioni, incontrando il direttore generale il 15 gennaio scorso e da ultimo con un accorato appello al Dg del 13 aprile in piena pandemia stante le difficili condizioni di lavoro, il tutto nella totale indifferenza dei vertici aziendali”.

Il secondo tema riguarda “lo sblocco della mobilità interna ordinaria volontaria, per tutte i profili professionali, come sollecitato a più riprese negli anni dal sindacato , con proprie lettere, con cui denunciava la disparità di trattamento tra gli operatori, con una minoranza “mobilizzata” con ”criteri esoterici” e, con una maggioranza incatenata”.

E ancora: “La liquidazione dei compensi spettanti alle guide di tirocinio per l’anno 2019; il riconoscimento dei tempi di vestizione come previsto dal Ccnl 2016-18 art.27, norma da lungo tempo disattesa e che, allargherebbe la platea degli aventi diritto”. Per le fasce economiche 2020 si risollecita “la richiesta di confronto sui fondi contrattuali, delle singole voci di spesa, per riavviare il percorso di riconoscimento di tale istituto contrattuale e la revisione al rialzo delle indennità legate alle condizioni di lavoro, valore delle prestazioni aggiuntive”.

Inoltre, il sindacato richiede un incontro informativo inerente la riorganizzazione dei servizi territoriali ed ospedalieri provinciali, dai nosocomi, ai servizi di prossimità per i cittadini, case della salute, Osco, Adi, infermiere di famiglia/comunità, Usca , servizi tecnico-amministrativi, ecc.; il piano di recupero delle prestazioni non erogate durante l’emergenza Covid e le ricadute sugli operatori sanitari; e il progetto di “integrazione spinta” per la fusione delle due aziende sanitarie.

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