Attualità
30 Giugno 2020
Bertoncelli: “Cosa aspettano le associazioni disabili a far sentire la propria voce?”

Strada rifatta, ma non a norma

di Redazione | 3 min

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“Via Bologna, via Verona e via Marconi sono un vero cantiere. Da anni nessuno interveniva ed oggi diamo sicurezza nei quartieri dimenticati dagli amici del Pd!”: questo è quanto recita uno degli ultimi post della pagina Facebook del vicesindaco, Nicola Naomo Lodi. Post che è stato letto dalla consigliera Anna Ferraresi di Pontelagoscuro, che ha subito contattato Fausto Bertoncelli, ex responsabile ufficio disabili del Comune di Ferrara, affinché verificasse di persona l’andamento dei lavori di via Verona.

“Secondo la consigliera Ferraresi, non viene rispettata la vigente normativa in merito all’abbattimento delle barriere architettoniche. E in effetti ha pienamente ragione”, afferma Bertoncelli.

Via Verona è una strada a senso unico, situata dietro la Chiesa di Pontelagoscuro, che inizia in Via Venezia e termina in via Braghini, “ci sono marciapiedi in entrambi i lati – spiega Bertoncelli -, entrambi di 70 cm (se non si considerano i pali della luce ndr.) di larghezza, sufficiente per il passaggio di una persona in piedi”. La sosta è consentita solo sul lato destro, completamente libero da ingressi e abitazioni, che si concentrano tutte sul lato sinistro.

In cosa consistono i lavori? “Hanno pensato bene di eseguire dei lavori di straordinaria manutenzione – dice Bertoncelli, mentre con la sua carrozzina (di dimensioni più strette rispetto a quelle normali, ndr) dimostra quanto sia difficile percorrere un marciapiede così stretto – soltanto per demolire il marciapiede di prima, che misurava 70 cm (da normativa, il minimo dovrebbe essere di 90 cm. ndr.), per poi ricostruirlo con asfalto nuovo, ma della stessa identica larghezza. Quindi non era a norma prima, non è a norma ora” .

Eppure, bastava seguire le schede tecniche del Peba (piano di eliminazione delle barriere architettoniche), presentato da questa giunta alle associazioni nel mese di luglio 2019. Peccato che il piano non sia ancora stato attivato.

Ma cosa sarebbe stato opportuno fare? “Considerato che dalla parte destra della strada non ci sono accessi privati, la soluzione ottimale avrebbe dovuto prevedere l’eliminazione del marciapiede sul lato destro, per poi farne uno da 150 cm sul lato sinistro, idoneo per il passaggio in compresenza di due persone in sedia a rotelle – continua Bertoncelli – Tra l’altro, in fondo a destra c’è un’isola ecologica senza nessun attraversamento pedonale segnalato. Quindi, perché non spostare l’isola dopo il percorso pedonale e realizzare un marciapiede di 90 cm, con tanto di attraverso pedonale rialzato, in modo da conferire i rifiuti in sicurezza e non in strada?”.

La responsabilità è della politica, è vero (non si è voluto attuare il Peba, tuttora dimenticato in un cassetto). Ma non bisogna dimenticare che “accanto ai politici – come ha ribadito più volte Fausto Bertoncelli – ci sono tecnici e dirigenti comunali.

Quello di via Verona, seppur sufficiente a descrivere la situazione, è solo uno dei molti esempi. “Potrei citarvene tanti altri… – conclude l’ex responsabile dell’ufficio disabili – Vogliamo parlare di Piazza Ariostea? Le strisce pedonali che partono dalla chiesa all’angolo con via Palestro, finiscono direttamente a ridosso dei tavolini di un bar. E una persona in carrozzina, come fa? Ma soprattutto, cosa aspettano le associazioni disabili a far sentire la propria voce?”.

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