Un fermo, un arresto, un etto di marijuana sequestrato, cinque espulsioni e cinque locali chiusi. Lo spaccio ora si è spostato in via Scalambra e nella ex distilleria, Capocasa: “Serve riqualificazione urbana”
Maxi-blitz della Polizia al Grattacielo. Il questore: “In Gad non ci sono più spacciatori”
Imputazione coatta - per omicidio o violenza privata - a carico dei sanitari dell'ospedale di Cona o, in subordine, un supplemento di indagine con l'effettuazione di una consulenza tecnica di uno specialista in cure palliative e l'audizione di una serie di persone informate sui fatti. È quello che l'avvocato Fabio Nicolicchia ha chiesto durante l'udienza di opposizione alla richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura di Ferrara per la tragica fine della 41enne Maria Vittoria Mastella
Ridotta in Appello la pena a Sandro Biondi, il 53enne ferrarese, che - il 23 febbraio 2023 - soffocò la propria madre, l'83enne Maria Luisa Sassoli, mentre era nel letto della loro casa, un appartamento al piano terra di un condominio Acer in via Argante 11, al Barco
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di Amanda Guidi, la 33enne accusata dell'omicidio volontario aggravato del figlioletto, il piccolo Karim di appena un anno. Diventa dunque definitiva la sentenza della Corte d'Appello di Bologna a 14 anni e 8 mesi
Quello festeggiato lo scorso 25 luglio è stato il suo ultimo compleanno straordinario: Dante Leoni, nato nel 1920, si è spento a 105 anni, lasciando in lutto tutta Ferrara e il suo paese natio, Longastrino
Inizierà questa mattina alle 12.30 (venerdì 24 ottobre) - in tribunale a Catanzaro - il processo d'appello per l'omicidio di Denis Bergamini, il calciatore ferrarese del Cosenza, trovato morto il 18 novembre 1989 sulla SS106 Jonica a Roseto Capo Spulico
(foto Castaldi)
(foto di Alessandro Castaldi)
(foto di Alessandro Castaldi)
(foto nella gallery e video di Alessandro Castaldi)
Un punto esclamativo per dare un segnale forte, soprattutto alla cittadinanza, ma anche ai criminali: l’area del Grattacielo di Ferrara è presidiata dallo Stato e non è più un campo libero per gli spacciatori. Il questore Cesare Capocasa è netto: “Ad oggi, in Gad gli spacciatori non ci sono più, è un dato di fatto”.
Circa 200 agenti impegnati. Loro, d’altronde, si sono spostati altrove da qualche mese – in via Scalambra, nell’area della ex distilleria – e per questo la maxi-operazione di giovedì mattina compiuta dalla Polizia di Stato nelle torri del Grattacielo mostra dei risultati finali che possono sembrare incoerenti con l’ingente spiegamento di forze: circa 200 agenti della Polizia di Stato, personale della Squadra mobile, Cinofili, Reparto prevenzione crimine, Scientifica, Immigrazione, personale della Polizia municipale con unità cinofile e, per vigilare da una visuale d’eccezione, un aereo del reparto volo della Polizia di Stato di Venezia.
L’esito dell’operazione. I dati secchi sono questi: 14 perquisizioni delegate dalla Procura agli uomini della Mobile, guidati da Dario Virgili; 102 controlli di abitazioni per verificare l’identità degli occupanti; un fermo di polizia per evitare il pericolo di fuga di un nigeriano di 32 anni (collegato alla precedente grossa operazione “Wall Street”); un’esecuzione di ordine di carcerazione per un pakistano di 28 anni; 5 espulsioni con accompagnamento al Centro di permanenza per i rimpatri di Torino; il sequestro di circa un etto di marijuana trovata nei giardini antistanti gli stabili e in alcune pertinenze; l’identificazione di 197 persone.
Tra le attività ci sono anche i controlli in alcuni esercizi commerciali dell’area, che hanno portato alla sospensione di cinque licenze per altrettanti locali: il bar Pentagono di via Ortigara, per la durata di 15 giorni; il Bar Elena di via Oroboni, per 10 giorni; il bar Il Diavoletto Felice di via Porta Catena, per 10 giorni; il minimarket Kelvingold di via Oroboni, per la durata di 7 giorni e il minimarket In God we trust di via Ortigara, per 15 giorni. Infine, anche un allontanamento con ordine del questore e una denuncia per il mancato rispetto del foglio di via obbligatorio.
Verranno anche eseguiti degli approfondimenti per quanto riguarda gli affitti, uno degli annosi problemi del Grattacielo che ha contribuito all’insediamento degli spacciatori.
Da sinistra: Rimondi, Capocasa, Virgili
Un segnale. “Questa è un’operazione di alto impatto”, dice Capocasa nella conferenza stampa finale, “è stata un segnale importante, anche per verificare dall’interno la situazione. Ovviamente è un dispendio di risorse, ma è il segnale che andiamo anche a bussare nelle case”. L’operazione è stata il culmine di tre mesi di attività concordata con il prefetto Michele Campanaro dopo l’insediamento di Capocasa e il suo giro ricognitivo nella zona più problematica della città. “Una strategia con un presidio fisso e dinamico dalle 8 alle 22”, spiega il questore che è il primo a dire che “non è finito nulla in Gad”, anche se rivendica che “a oggi questa strategia ci ha consentito di allontanare gli spacciatori e non finisce con l’operazione di oggi, che ci è servita a capire chi c’è. Il messaggio è questo: se ci siamo noi, non ci sono loro. Il nostro obiettivo è garantire la vivibilità e la sicurezza della comunità”.
Giostre, spacciatori e bambini. “Stiamo dando un contributo importante per quelle che sono le nostre risorse – aggiunge il comandante della Polizia municipale di Ferrara, Claudio Rimondi -: 343 pattugli in questi mesi, con 841 grammi di marijuana sequestrati, 15 di eroina, cocaina e hashish. Il primo giorno che ho fatto un giro in Gad – dice ancora – ho visto gli spacciatori nigeriani sulle giostrine e le vedette agli angoli delle strade. Oggi siamo alla ‘fase 1’ e gli spacciatori non sono più sulle giostre, per la ‘fase 2’ vogliamo rimettere i bambini”.
Lo spaccio si è spostato. Se la tensione nell’area più esposta della Gad, almeno per ora, è più bassa (e un impatto anche nel facilitare i controlli lo avrà avuto probabilmente anche l’epidemia di Covid-19 con le conseguenti misure restrittive), lo spaccio non è morto: si è spostato e si è modificato e dal punto di vista criminale ha trovato una sistemazione che è sì meno in vista, ma più sicura. “Ora ci sono riferimenti più variegati – spiega Capocasa -, in location molto difficili da controllare e dove è difficile fare attività di osservazione, come in via Scalambra o nella ex distilleria e lì è necessario ora lavorare con la riqualificazione urbana, se no non andiamo da nessuna parte: bisogna fare un’attività per evitare l’occupazione abusiva e delinquenziale di quella zona. Noi abbiamo iniziato e, secondo me, questa è la via giusta. Step by step”.
Grazie per aver letto questo articolo...
Da 20 anniEstense.comoffre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente. Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.
OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:
Scoop Media Edit IBAN:IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER) Causale:Donazione perEstense.com