Riva del Po
22 Giugno 2020
Le strutture della ciclabile Destra Po a Ro giacciono nel degrado. M5S: "Itinerario finanziato ma mai decollato, è la storia di un fallimento turistico ed economico"

Il mulino abbandonato, “simbolo di un sogno cicloturistico infranto”

di Redazione | 4 min

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“Un vero e proprio pugno allo stomaco al turismo ciclo-fluviale”. È in questi termini che il M5S di Ferrara e provincia presenta il mulino abbandonato a Ro Ferrarese, tappa (se si può chiamare così viste le condizioni di degrado in cui giace) della ciclabile Destra Po, inclusa nel progetto Vento, che mira ad implementare una delle più importanti ciclabili del Nord Italia, da Torino a Venezia (per un totale di 679 km).

In un sabato pomeriggio di metà giugno, post pandemico, quando si arriva a Ro Ferrarese partendo da Ferrara o Pontelagoscuro, dopo aver percorso una ventina di chilometri in bici sull’argine destro del Po, ci si aspetterebbe una zona attrezzata e strutturata. Lo stesso dicasi se si arriva in barca o battello (partendo dalla darsena di San Paolo o dalla Canottieri) dopo circa due ore di navigazione. “Ciò che il turista ciclo fluviale, ricco di aspettative, trova sull’argine del Po a Ro, invece, è una completa desolazione” riportano i pentastellati.

La ricostruzione del bacchelliano Mulino natante del Po col suo tetto di paglia (anni fa “didatticamente” in funzione per mostrare alle scolaresche un brano di passata storia produttiva) giace chiuso, abbandonato e ancorato ad un attracco sbarrato. Le strutture di ristorazione e logistiche (anni fa attive) hanno chiuso i battenti e campeggiano mute e abbandonate, fra l’erba alta, accompagnate da pretenziose statue di cartapesta e ricostruzioni in scala di un galeone per i bambini, tristemente deserto, come anche le giostrine fra le erbacce. L’itinerario letterario ispirato da Riccardo Bacchelli, anzi il Parco Letterario (come lo si era battezzato) così come l’Arboreto, si perde fra le erbacce, sovrastato dal cemento del ponte che collega Ro Ferrarese a Polesella.

È la fotografia desolante scattata dal Movimento 5 Stelle: “L’idea di arrivare al Mulino del Po di Ro (via ciclabile o lungo il Po in barca) da Ferrara, per poi poter ammirare il Mulino in funzione (o almeno visitarlo all’interno), ristorarsi e refrigerarsi, o pranzare e poi idealmente proseguire con una visita guidata che ci riporti nell’atmosfera del romanzo di Bacchelli, attraverso luoghi e personaggi, magari anche attraverso uno spettacolo teatrale (anni fa era stato allestito un palco strutturato per spettacoli ed esibizioni con tanto di progetto teatrale) o che ci ricordi la storica battaglia della Polesella (1509, quando gli Estensi sconfissero la flotta veneta) appare miseramente naufragata in un mare di erbacce”.

“Il Parco Perifluviale del Po, il bosco coltivato, l’Arboreto di Ro Ferrarese, la chiesa, le ville nei dintorni dai nomi altisonanti (Villa Rivani Farolfi-Beicamini, Villa Scutellari, Villa Collegio, Villa Saracco Riminaldi, la Vallazza, Il Palazzone, Cantarana, ecc) e quant’altro a suo tempo promozionato sugli opuscoli turistici (con relativi costi, spese e finanziamenti pubblici) dal Comune di Ro e dalla Strada dei Vini e Sapori, appaiono obliterati nel nulla, parti di un velleitario itinerario finanziato ma mai decollato” ribadiscono dal M5S.

Meno male, notano i pentastellati, “che c’è almeno un attracco funzionante e un agriturismo invitante giù dall’argine che, vicino al parcheggio strutturato dove sostano solo alcuni camper, è pronto ad accogliere un cicloturismo di nicchia che, se fossimo capaci di sfruttare adeguatamente gli asset turistici della zona, potrebbe avere flussi molto più interessanti”.

“E viene il nervoso, quando si vede dall’altra parte del Ponte (a Polesella) un grosso attracco fluviale con ristorazione, in funzione che alcuni anni fa permetteva anche a navi turistiche di classe A (lunghe 70 metri, la mitica River Cloud) di ormeggiare e permettere ai turisti di andare e tornare in pullman a visitare le bellezze di Ferrara, prima che l’armatore della flotta – dopo che la River Cloud si incagliò sul fondale del Po fra Ferrara e Ostiglia – decidesse di spostarla sul Danubio. Altro fallimento del turismo fluviale. E viene ancora di più il nervoso – rincarano – quando si osserva a Ferrara la Darsena di San Paolo vuota e deserta (dove ormeggia l’eroica Nena) se pensiamo che anni fa vi erano 80 posti barca per navigazione fluviale di diporto”.

“Questa è la storia di un fallimento turistico ed economico, che non può certo essere imputato solo alla recente pandemia. È una brutta storia dietro alla quale ci sono delle responsabilità, a livello di progettazione, gestione e promozione” denuncia il M5S che non perde la speranza: “Per ora ci limitiamo a segnalare una situazione scandalosa, un sogno infranto, ma faremo di tutto per ridare al cicloturismo, al turismo fluviale, non solo a Ferrara ma anche alla zona di Copparo e Ro Ferrarese, una speranza di ripresa e una possibilità di valorizzare i suoi potenziali asset turistici”.

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