Lettere al Direttore
4 Giugno 2020

Laureati in psicologia senza tutele

di Redazione | 7 min

Buongiorno,

mi chiamo Irene Zacchi e Le scrivo in rappresentanza dei laureati in Psicologia, Farmacia e Biologia. Vi scriviamo in quanto non ci sentiamo minimamente tutelati dalle Istituzioni che dovrebbero rappresentarci, prime tra tutte il Ministero dell’Università e della Ricerca! Queste le nostre motivazioni.

Dopo la laurea, per accedere nel mondo del lavoro necessitiamo dell’abilitazione all’esercizio della professione e dell’iscrizione al nostro Ordine professionale. Per ottenere l’abilitazione è necessario superare un esame di Stato che si tiene due volte l’anno (la prima sessione a Giugno e la seconda a Novembre). Tale esame si compone di molteplici prove, ed ha una durata di diversi mesi, in quanto per accedere alla prova successiva è necessario superare quella precedente. In questi mesi di emergenza sanitaria, sono state prese diverse decisioni in merito allo svolgimento dei nostri Esami di abilitazione, senza tuttavia considerare in nessun modo la nostra opinione in merito. Ecco quanto accaduto.

Il 25 Marzo il Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari (CNSU), massima espressione della rappresentanza studentesca universitaria e organo politico e ministeriale, redige un documento in cui si richiede al Ministero dell’Università della Ricerca di legiferare in merito agli esami di abilitazione alla professione. Tale documento riporta la volontà e la necessità di una reale semplificazione di tali esami, in quanto a meno di 2 mesi dal loro inizio non sono state date disposizioni in merito agli stessi da parte del Ministero.

– L’8 Aprile viene approvato e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il cosiddetto “DL Scuola” (n. 22/2020), in cui si fa riferimento per la prima volta dopo più di un mese dall’inizio dell’emergenza sanitaria ai nostri esami di abilitazione. Nello specifico all’articolo 6, si fa riferimento alla possibilità da parte del Ministero di individuare modalità di svolgimento alternative da quelle ordinarie, comprese modalità a distanza.

– Il 24 Aprile viene approvato e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il DM n. 38/2020, con cui il Ministro Manfredi fa differire i termini della prima sessione degli esami di Stato dal 16 Giugno al 16 Luglio.

– Il 29 Aprile viene approvato e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il DM n. 57/2020. In quest’ultimo il Ministro Manfredi trasforma l’esame di Stato di abilitazione all’esercizio delle nostre professioni, per la prima sessione dell’anno 2020, in un’unica prova orale svolta con modalità a distanza, onnicomprensiva di tutte le materie previste nell’esame di stato canonico. Nel prendere tale decisione consulta gli Ordini professionali, che danno il nullaosta come riportato nella sezione iniziale dello stesso DM. Gli Ordini, tuttavia, danno tale parere senza considerare le richieste che avevamo provato a portare loro, sottolineando la situazione critica che stavamo vivendo, ma anche questa volta veniamo ignorati per oltre 2 mesi. Allo stesso modo le rappresentanze studentesche, nella figura del CNSU, che avevano provato a comunicare con il Ministro, vengono ignorate.

In questi mesi noi laureati ci siamo mobilitati tentando di ottenere informazioni in merito ai nostri esami di Stato dalle diverse istituzioni, ministeriali, ordinistiche e universitarie. Nessuno ci ha considerato, rimpallando la questione da un organo all’altro. Ci siamo, dunque, radunati sotto un’unica egida, chiedendo che il nostro esame di Stato venisse tramutato nel riconoscimento del tirocinio professionalizzante, così come era stato fatto per i medici tramite il DL Cura Italia nel mese di Marzo, essendo professioni sanitarie e in quanto sappiamo bene che l’abolizione degli esami di abilitazione risulterebbe anticostituzionale (Art. 33 comma 5).

Attraverso diversi canali, siamo riusciti ad interfacciarci con alcuni esponenti politici, sia della maggioranza che dell’opposizione, che sembravano avere preso a cuore i nostri interessi. È stato, quindi, proposto un emendamento in Commissione 7a Senato (Istruzione, beni culturali) all’interno del Disegno di Legge con dicitura A.S. 1774. Tale DDL fa riferimento al DL Scuola discusso in questi giorni al Senato, che deve essere revisionato e pubblicato entro il 7 Giugno da Senato e Camera. L’emendamento è il “6.7 testo 2” e richiede che l’abilitazione alle nostre professioni avvenga per mezzo della valutazione dei nostri tirocini professionalizzanti. A meno di due giorni dalla sua discussione in aula al Senato (26 Maggio) tale emendamento è stato ritirato dai senatori che lo avevano proposto (Gruppo Lega-Salvini Premier-Partito Sardo d’Azione) in quanto, a detta loro, sarebbe stato bocciato dalla maggioranza. Per tale motivo è stato trasformato in un Ordine del Giorno che deve essere discusso in aula.

Abbiamo, dunque, chiesto spiegazioni ai senatori in merito alle motivazioni che la maggioranza avrebbe portato nella discussione sulla bocciatura dell’emendamento stesso, ma questi ci hanno risposto di rivolgerci agli esponenti della maggioranza o, peggio ancora, ci hanno ignorati. Nel mentre, l’ordine del giorno non è stato neanche più discusso in aula, in quanto si è trovato un accordo sul DL tramite un maxi-emendamento che ci esclude totalmente, dato che la discussione di più di 2 giornate di plenaria in Senato verte sul tema esami di maturità e concorsi pubblici sull’insegnamento.

Nelle date del 21/22/23 Maggio è stato nuovamente convocato il CNSU, che ha redatto un documento in cui si chiede al Ministero dell’Università e della Ricerca di analizzare e valutare immediatamente la possibilità di effettuare una revisione della procedura di abilitazione per i corsi di laurea che prevedono già un percorso con un tirocinio abilitante che ne attesti le competenze, contemplando la possibilità di abolire l’esame di stato, anche per le altre Classi di laurea che non hanno ancora un percorso formativo abilitante relative a discipline ordinistiche. Ad oltre una settimana dopo il Ministro Manfredi non si è ancora espresso in merito.

Le università, nel frattempo, hanno pubblicato bandi nei quali viene specificato che nel caso le connessioni internet saltassero durante il colloquio d’esame, starà alle commissioni esaminatrici la volontà di un’eventuale bocciatura. Hanno anche esplicitato che la tassa di iscrizione non verrà rimborsata, in tale eventualità. Abbiamo più e più volte cercato un dialogo per dimostrare che le barriere tecnologiche purtroppo esistono e spesso creano disuguaglianze, ma anche in questo caso siamo stati ignorati.

Siamo arrivati al punto in cui non abbiamo paura di intraprendere ricorsi legali, qualora queste dovessero rimanere le disposizioni finali, sia nei confronti delle singole Università che nei confronti dei commissari esaminatori. Non è possibile essere esaminati in una simile maniera, nella quale il potere decisionale in merito risieda completamente nelle mani delle commissioni! Un esame che normalmente si svolge in più di 3 mesi con prove intervallate da finestre temporali di più settimane, adesso viene accorpato e svolto in un colloquio telematico di cui non conosciamo neppure le tempistiche. È impensabile che non vi saranno disuguaglianze tra i candidati che sosterranno l’esame nella prima settimana e coloro che, invece, saranno esaminati settimane dopo, con un colloquio telematico che noi consideriamo una vera e propria farsa e che viene a costare a noi candidati in alcune sedi universitarie oltre 400€, in un momento di totale crisi economica, in cui tante famiglie faticano ad arrivare a fine mese e in cui molti di noi hanno perso l’occupazione! È inaccettabile che il nostro ingresso nel mondo del lavoro dipenda dall’esito di un esame svolto in modalità telematica, di cui non conosciamo impostazione, tempistiche e criteri di valutazione, senza nemmeno un abbassamento della quota di iscrizione! Per l’ennesima volta, non vi è alcuna tutela nei nostri confronti!

Cinque anni di università e un anno di tirocinio non retribuito sono sufficienti ad abilitare uno psicologo! Chiediamo, pertanto, che l’Esame di Stato venga tramutato nella valutazione del tirocinio professionalizzante già svolto durante il nostro percorso di studi. La Psicologia, inoltre, è stata ufficialmente riconosciuta tra le professioni sanitarie con la legge 3/18, ma il DL Cura Italia dello scorso marzo ha previsto il riconoscimento del tirocinio come abilitante all’esercizio della professione solamente per medici e infermieri: non esistono professioni sanitarie di serie A e di serie B!

Ci sentiamo presi in giro dalla politica e non considerati da chi dovrebbe rappresentarci. Non siamo dei ragazzini, e non staremo in silenzio a farci trattare in questa maniera. È tempo che l’opinione pubblica dia voce anche a chi fino ad ora non l’ha avuta ed è per questo che ci siamo rivolti a Voi! Grazie per la Sua attenzione, Le auguro buon lavoro.

Irene Zacchi, Dottoressa in Psicologia

Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com