Egregio Direttore,
visto come sta andando la movida, faccio presente che era il 14 maggio quando vidi ciò che già succedeva in Piazza Verdi e in Via Carlo Mayr, e scrissi che l’amministrazione doveva anticipare la chiusura dei locali alle 23 e solo al sabato alle 24, cosa che non è stata fatta, Ma ora che farà l’amministrazione?
Quello che si è visto almeno sarebbe durato di meno, certo ci sarebbe voluto l’intervento del vice-sindaco, che girando per il centro storico, munito di megafono e accompagnato dalle forse dell’ordine, avrebbe invitato gli astanti ad andare a casa a dormire che fa bene alla salute fare un buon sonno.
Negli anni si è allentato tutto, il locali sono aumentati di numero, quelli della movida pure, aiutati dal gran numero di studenti universitari fuori sede che vengono a studiare nella nostra bella e accogliente Ferrara, nelle facoltà che hanno sede nei nostri palazzi rinascimentali.
Si è creato così un mix micidiale: i locali devono lavorare e gli avventori devono divertirsi, rendere viva Ferrara.
Il fenomeno della movida era negativo prima del virus e lo è pure oggi, inserito nella grave situazione economica dell’Italia e con il virus che è ancora vivo tra noi.
Una scelta di vita che non porta al nulla, ma solo conseguenze negative.
Sarebbe interessante che un giornalista, alle 8 di mattina di un giovedì o di un sabato, intervistasse uno di quegli avventori e gli chiedesse: cosa hai fatto in concreto per divertirti ieri sera? Che cosa ti è rimasto della serata che puoi raccontare?
Un saluto
Pasquina Ferrari