Eventi e cultura
14 Maggio 2020
Teatro Nucleo protagonista di un ciclo di incontri sull'arte come fattore di mutamento nella detenzione

Teatro, carcere e scuole si incontrano online

di Redazione | 2 min

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(foto di Daniele Mantovani)

Dopo l’incontro online del 13 maggio con gli studenti del Liceo Ariosto, venerdì 15 maggio alle ore 14.30 Teatro Nucleo, fondatore del Coordinamento Regionale Teatro Carcere Emilia Romagna, dialogherà con gli studenti della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Ferrara sulla detenzione e sul teatro come fattore di mutamento.

Il convegno virtuale, con la moderazione della professoressa Stefania Carnevale, docente di Diritto dell’Esecuzione Penale e delegata per i rapporti con la casa circondariale di Ferrara, si costruirà attraverso l’interlocuzione degli studenti con Horacio Czertok e Marco Luciano di Teatro Nucleo, che dal 2005 porta avanti percorsi di teatro-carcere a Ferrara, e con altri registi del Coordinamento Regionale Teatro Carcere Emilia Romagna.

Questo momento di confronto è parte dell’iniziativa Il teatro carcere incontra gli studenti dell’Emilia Romagna, che si concluderà a fine maggio con una plenaria tra tutte le compagnie del Coordinamento Teatro Carcere Emilia Romagna, le Scuole e gli studenti coinvolti nei diversi appuntamenti tenuti sul territorio regionale nel corso del mese, e alcuni dei detenuti-attori laddove sia loro possibile un collegamento on-line.

Il dialogo partirà da brevi narrazioni di esperienze di teatro carcere con l’obiettivo di dare spazio ai giovani cittadini, che potranno interrogare i registi per esplorare come il teatro riesca ad attivare una forza rigenerativa in contesti complessi e negativi, cercando insieme di indagare i pregiudizi abituali e i luoghi comuni in cui si è immersi riguardo al carcere.

Si condivideranno, inoltre, le diverse modalità di lavoro in carcere durante l’emergenza Covid-19 e la conseguente sospensione degli accessi alle strutture detentive, a partire dall’esperienza epistolare di Teatro Nucleo Esercizi di libertà: non potendo entrare nella casa circondariale G. Satta di Ferrara, infatti, il percorso teatrale legato alla produzione dello spettacolo Album di Famiglia continua attraverso le lettere scritte dai registi ai detenuti-attori.

Questa attività, iniziata in aprile, prosegue con cadenza quindicinale e ad oggi sono tre le lettere recapitate con la collaborazione dell’Area Pedagogica. Nell’ultima, inviata pochi giorni fa, si parla proprio della capacità trasformativa dell’arte, lo stesso focus degli incontri con gli studenti. In particolare, nel terzo Esercizio di libertà, Teatro Nucleo ha proposto ai detenuti-attori una riflessione su come l’arte trasformi il tempo secondo leggi che non sono proprie del vivere “comune”, e che per questo offre punti di vista interpretativi alternativi, aprendo a dimensioni inaspettate. A nuovi possibili dialoghi tra il carcere e la società, oltre le mura.

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