Attualità
13 Maggio 2020
Per il sindacato non sono attendibili e servirebbe invece unmonitoraggio esteso tramite tamponi

Usb Ferrara: “I test sierologici non bastano per riaprire in sicurezza”

di Redazione | 2 min

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“Il piano annunciato dalla Regione Emilia-Romagna per tracciare in modo non strutturale i contagi da Covid19 risulta gravemente insufficiente e non previene un aumento futuro dovuto alla riapertura che il presidente Bonaccini vorrebbe addirittura anticipare rispetto alle indicazioni del Governo e dell’Istituto superiore di sanità”.

Lo dichiara l’Usb Ferrara, Unione Sindacale di Base, nel sottolineare come da mesi abbia denunciato i “rischi a cui sono stati sottoposti i lavoratori e i cittadini, che rimangono ulteriormente esposti nella cosiddetta ‘fase 2’ regionale nella quale, invece di rendere concreta la promessa di un più capillare uso di tamponi per testare, tracciare e trattare, si annuncia un piano di monitoraggio dell’epidemia da effettuarsi tramite test sierologici a partire da  martedì 12 maggio su base volontaria da parte di aziende e privati cittadini che decidano si sottoporvisi ovviamente dietro contributo economico privato (dai 45 ai 90 euro pare)”.

L’Usb Ferrara riporta i pareri della comunità scientifica e dell’Oms e ricorda che i test sierologici, pur avendo un valore significativo dal punto di vista epidemiologico, non sono attendibili da quello diagnostico, quindi “non possono e non devono essere utilizzati per il rilascio di certificati di riammissione al lavoro e rimangono a tutti gli effetti una misura insufficiente per riaprire in sicurezza”, mentre ben più attendibili sarebbero i tamponi nasofaringei

Il timore del sindacato sta dunque nella possibilità che, in assenza di un piano che prevenga in maniera attendibile i contagi prima di dare il via alle riaperture, si inneschino nuovi focolai. “Non è ammissibile – conclude l’Usb Ferrara – che le istituzioni della regione Emilia Romagna scelgano di privilegiare gli interessi e i profitti del mondo imprenditoriale sacrificando il diritto alla salute dei lavoratori e dei cittadini emiliano-romagnoli”.

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