La storia di Amy, 5 anni, e dei suoi compagni strappati alla morte
La tragica quotidianità di chi salva vite e di chi viene salvato in mare tradotta in un romanzo che è tutto tranne che una versione romanzata della Storia
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"Ed eccoci di nuovo qua, all'alba di un nuovo Ferrara Summer Festival". Giulio Giovannini, un cittadino che già lo scorso anno aveva scritto a questo giornale lamentando i disagi causati dal Ferrara Summer Festival, torna a parlarne alla vigilia dell'edizione 2025
Le organizzazioni sindacali Confederazione Unitaria di Base, Sindacato Generale di Base e Unione Sindacale di Base hanno proclamato uno sciopero generale nazionale di ventiquattro ore di tutti i settori pubblici e privati per venerdì 20 giugno
L'iniziativa, promossa da Caldirolo Libera, Forum Ferrara Partecipata, Fiab, Koesione 22 e Co-Housing San Giorgio, aveva lo scopo di "sensibilizzare la cittadinanza sul preoccupante numero di incidenti e sul ritardo nel raggiungimento degli obiettivi del Piano per la Mobilità Sostenibile di Ferrara, adottato nel 2019"
Dopo il dialogo, ancora aperto ma complesso, con il Comune di Ferrara iniziato a seguito della pec con la quale si informava Cittadini del Mondo che dovevano lasciare lo spazio da loto utilizzato da oltre trent'anni, l'associazione lancia una campagna di crowdfunding
Riportiamo il testo integrale dell’omelia del vescovo di Ferrara-Comacchio per la festività di San Giorgio, santo patrono di Ferrara, pronunciata stamattina, 23 aprile, a porte chiuse, nella Basilica di San Giorgio fuori le Mura.
Cari fratelli e sorelle, cari confratelli, la solennità del patrono della città di Ferrara, celebrata in Oriente e in Occidente, ritrova la nostra città in balia del ‘drago’ della pandemia, che genera paura, la mancanza di relazioni sociali, sofferenza e ancora morte. In questo contesto la preghiera a S. Giorgio, nostro protettore e patrono, assume un’intensità ancora più forte, nonostante che la celebrazione, in questa Basilica a Lui dedicata, antica Cattedrale della città, sia ancora a porte chiuse, senza la partecipazione dei fedeli.
Ci mettiamo in ascolto della Parola di Dio. La pagina dell’Apocalisse ricorda il valore della testimonianza del martirio di tanti “nostri fratelli” nella storia della Chiesa. S. Giorgio è uno di questi fratelli che, in ogni stagione della storia, anche oggi, continuano a dare la loro vita per la fede, la pace, la giustizia, la cura e la salute delle persone. E’ una testimonianza che trova la sua verità e la sua forza nella Passione, Morte e Risurrezione di Cristo, che in questo tempo pasquale celebriamo, fondamento della nostra fede. E’ questa fede che ci aiuta a camminare con il Signore e incontro al Signore, con un nuovo stile di vita, un nuovo abito che il Battesimo ci ha donato per grazia. Uno stile di vita personale, familiare e sociale che pone al centro il servizio, fino al dono della vita; che porta alla comunione dei beni e a rinunciare al semplice profitto e accumulo; che chiede di testimoniare la verità, in un mondo dove la falsità e l’inganno sono spesso strumenti per umiliare e condannare. Il cristiano trova nella Croce non solo un segno da mostrare, ma una strada da seguire, che porta alla trasformazione della persona, fino ad assumere i criteri e le intenzioni del Cristo vivo.
La pagina della Lettera ai Romani dell’apostolo Paolo, ricca di continue domande, ci ricorda che il cristiano nel mondo sa scegliere e vivere nella tribolazione, nell’angoscia, nella persecuzione, nella fame, nella nudità, nel pericolo, nelle situazioni di violenza, consapevole che nulla “potrà mai separarci dall’amore di Dio, in Cristo Gesù nostro Signore”. Il mondo e la città di oggi continuano a presentare questi limiti e pericoli ricordati dall’apostolo Paolo. Anzitutto “la tribolazione”, cioè la sofferenza, la malattia. E’ un limite della nostra creaturalità, ma tante volte aggravata da scelte economiche, sociali, ambientali e politiche che generano malattia e dolore. Anche l’odierna pandemia, contro cui il mondo combatte e che non ha risparmiato neppure la nostra città e il territorio ferrarese, ha origini dubbie, cure ancora lontane, sofferenze continue per le persone e le famiglie. Alla tribolazione si aggiunge “l’angoscia” per la nostra terra e i suoi frutti, per la vita sociale e lavorativa, per la scuola, il tempo libero. Non sappiamo ancora i tempi della ripresa, della rinascita e la città sembra morta, incerta, disorientata; le famiglie affaticate, angosciate. Possiamo anche dire che siamo continuamente perseguitati da un’informazione globale centrata sulla pandemia, interrogati da una politica con proposte contraddittorie, opposte opinioni nel governare la situazione.
Anche nella nostra Ferrara, come altrove, ci sono famiglie alla “fame”, disoccupati, precari che chiedono aiuto, negozi chiusi, imprese non ancora aperte per la giusta cautela, con risorse stanziate, ma aiuti ancora insufficienti. Ci ritroviamo d’improvviso nudi e in pericolo. E in questo tempo c’è bisogno di sentire che Cristo vive – come ha ricordato ai giovani Papa Francesco – è presente tra noi, Risorto e chiede testimoni che, come S. Giorgio, sappiano non fuggire dalle situazioni, ma riordinare la propria vita, condividere, non dimenticare ciò che conta veramente, ma preparare il futuro con scelte sociali, politiche ed economiche che ripartano dagli ultimi, dai malati, dalle persone sole, da chi ha perso il lavoro e rischia di chiudere la fabbrica, il negozio. Abbiamo bisogno di uomini che abbiamo il coraggio della fede, come S. Giorgio, perché non si dimentichino le cause e gli effetti di questa pandemia e non si ritorni a vivere nella nostra città come se nulla fosse successo, dimenticando i malati e chi li ha curati, i morti e le loro famiglie, i giovani e il loro futuro.
“Dobbiamo avere il coraggio di essere diversi – come scrive il Santo Padre nell’esortazione Christus vivit - di mostrare altri sogni che questo mondo non offre, di testimoniare la bellezza della generosità, del servizio, della purezza, della fortezza, del perdono, della fedeltà alla propria vocazione, della preghiera, della lotta per la giustizia e il bene comune, dell’amore per i poveri, dell’amicizia sociale” (C.V.36).
Cari fratelli e sorelle, in questo tempo di sofferenza, povertà e paura vogliamo affidarci al nostro Santo patrono S. Giorgio – protettore anche delle Guide, ragazzi e giovani Scout, numerosi nella nostra Arcidiocesi e che hanno regalato una bella testimonianza di servizio in questi mesi a favore soprattutto degli anziani della città di Ferrara – con le parole di un’antica antifona della Liturgia greca: “Liberatore dei prigionieri e difensore dei poveri, medico degli infermi, sostegno dei Re, o vittorioso e grande martire S. Giorgio, prega Cristo Dio di salvare i nostri corpi e le nostre anime”. Così sia.
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Preghiera da recitare nella solennità o nella memoria di S. Giorgio al termine della celebrazione eucaristica, a porte chiuse, nelle nostre parrocchie e anche nelle nostre famiglie.
PREGHIERA A SAN GIORGIO
O glorioso San Giorgio, a te ci rivolgiamo per chiedere la tua protezione in questo tempo di sofferenza e di paura. Ricordati di noi, tu che hai sempre aiutato e consolato chiunque ti ha invocato nelle proprie necessità. Animati da grande fiducia e dalla certezza di non pregare invano, ricorriamo a te che sei così ricco di meriti davanti al Signore: fa che la nostra supplica giunga, per tua intercessione, al Padre della misericordia. Benedici la nostra città, le nostre comunità parrocchiali e lenostre famiglia,
sostieni i nostri giovani, proteggi i nostri anziani, guida i nostri ragazzi, tieni lontani i pericoli dell’anima e del corpo. E fa che, nell’ora del dolore e della prova, possiamo rimanere forti nella fede e nell’amore di Dio
S. E. Mons. Gian Carlo Perego
Arcivescovo di Ferrara-Comacchio
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