Prima di investire 110mila euro di soldi pubblici il sindaco Alan Fabbri si è informato su altre opzioni più economiche? È il nocciolo dell’interrogazione che la consigliera del Gruppo misto Anna Ferraresi rivolge al primo cittadino a proposito delle 150mila mascherine non filtranti “regalate” ai cittadini.
È nota l’operazione della giunta estense che il mese scorso ha acquistato l’ingente quantitativo di dispositivi dall’azienda padovana Grafica Veneta. Azienda che aveva appena regalato due milioni di unità alla Regione Veneto.
Ma quelle di Grafica Veneta, come specificato dalla stessa azienda, non sono né dispositivo medico né dispositivo di protezione individuale. Ma come Grafica Veneta, sono diverse le aziende che hanno riconvertito la produzione in mascherine filtranti di “tessuto non tessuto” – fa notare Ferraresi – che non offrono mezzo di protezione e difesa nei confronti del Covid-19”.
“Lo stesso presidente di Grafica Veneta – sottolinea la consigliera – ha precisato che, pur avendo superato tutti i test previsti e ottenuto le certificazioni necessarie, questa al momento non si può definire una mascherina bensì schermo filtrante. Questi “schermi filtranti” non sono in alcun modo assimilabili a dei Dpi, tanto che sullo stesso prodotto è riportata la dicitura ‘non è un dispositivo di protezione individuale’”.
L’interrogazione cita la Montrasio Italia S.r.l con sede ad Aicurzio, in provincia di Monza, azienda specializzata nel settore tessile per la pulizia industriale, riconvertita nella produzione di mascherine monouso le quali hanno superato i test di un laboratorio esterno (dimostrano efficaci a filtrare fino al 98 per cento dei batteri), con una produzione circa un milione di mascherine al giorno, a partire già da fine febbraio 2020.
Quindi, prosegue Ferraresi, sia Montrasio che Grafica Veneta “offrono un prodotto non valido per Covid-19 pur rappresentando una risposta alle esigenze dei cittadini di sentirsi psicologicamente più protetti (così come dichiarato da Grafica Veneta), con uno schermo che trattiene le gocce di saliva all’interno, ma hanno una durata limitata e breve che non ne consente un riutilizzo”.
Ora, il Comune le ha comprate il 27 marzo. Due giorni prima, il 25, ne erano arrivate 20mila (queste erano mascherine chirurgiche) gratuitamente dalla Cina e l’ 8 aprile sono arrivate in Municipio 155.000 mascherine chirurgiche donate dalla Regione Emilia- Romagna.
Ne discende, secondo l’esponente del Gruppo misto, che non ci fosse tutta questa urgenza per l’acquisto. Anche perché le mascherine di Grafica Veneta sono state pagate dai cittadini 0,52 euro + Iva a pezzo (0,64).
Anna Ferraresi si è informata sui costi a mascherina della Montrasio. E con sorpresa si scopre che, “pur avendo i requisiti di laboratorio per una protezione batterica pari al 98%”, il prezzo è di meno di un terzo: 0,19 a pezzo Iva inclusa.
Se il Comune avesse chiesto questo secondo preventivo, avrebbe risparmiato circa 70mila euro o, in alternativa avrebbe acquistato allo stesso prezzo 500mila mascherine.
A questo punto Anna Ferraresi chiede ad Alan Fabbri di “fare chiarezza in merito all’acquisto degli ‘schermi filtranti’ da Grafica Veneta e se ritiene giustificabile l’acquisto di dispositivi non utili ai fini del contenimento Covid-19 dal momento che dopo appena 7 giorni sono arrivate le 155.000 mascherine chirurgiche dalla Regione Emilia-Romagna, corredate dalle linee guida utili per la corretta modalità di organizzazione e distribuzione (linee guida non applicate ad esempio per il confezionamento e la distribuzione delle “mascherine” di Grafica Veneta)”.
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