Attualità
17 Aprile 2020
Il sindacato degli infermieri attacca la direzione ospedaliera sugli emolumenti per il personale impegnato nell'emergenza Covid-19

Nursing-Up ‘straccia’ il verbale d’intesa proposta dal Sant’Anna

di Redazione | 2 min

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“Inaccettabile, vergognoso, offensivo e umiliante”. Con queste parole il sindacato Nursing-Up di fatto ‘straccia’ il verbale d’intesa proposto dall’Azienda ospedaliero-universitaria Sant’Anna ai sindacati per il riconoscimento di un emolumento economico per il personale sanitario impegnato nell’emergenza Covid-19.

Il verbale dovrebbe trovare la quadra di quanto le parti si sono dette nella riunione del 9 aprile scorso, ma Nursing-Up, in tutta evidenza, lo respinge al mittente.

“Gli infermieri di Ferrara si trovano nuovamente a fare i conti con una Azienda lontana anni luce dalla realtà”, afferma in una nota stampa il sindacato che attacca per l’approvazione recente di incarichi organizzativi “che prevedono un aumento contrattuale (dai 5000 ai 12000 euro all’anno) per tutti quei dirigenti infermieristici e non (coordinatori, poa) […] mentre, come al solito per noi Infermieri rimangono solamente le briciole (ammesso che si riescano a quantificare)”.

Il sindacato evidenzia che il verbale “non menzione né un indennizzo economico né una data di inizio, ovviamente per noi questo è sufficiente per non firmare perché qui di intesa c’è ben poco”. In realtà il verbale specifica che è la Regione a non aver ancora dato delle linee guida per la devoluzione del compenso extra annunciato da Bonaccini con i fondi del ‘Cura Italia’ e l’impegno è a incontrarsi nuovamente (anche per ulteriori riconoscimenti), mentre l’unica parte dettagliata (riconoscere uno straordinario retribuito di 20 minuti per i tempi di vestizione), prevede un inizio e una fine: dal 24 febbraio al 30 aprile, con possibilità di proroga automatica.

Ma proprio su questo punto, Nursing-Up attacca ancora, ritenendo “vergognoso” che l’azienda “quantifichi in soli 20 minuti i tempi di consegna e di svestizione (comprensivo di doccia) di un infermiere impegnato nei reparti Covid. Tra l’altro questi 20 minuti verranno pagati con i soldi dal fondo di tutti i lavoratori”.

Altro attacco riguarda anche la previsione di riconoscere gli stessi benefici straordinari anche agli operatori assunti come Cococo o liberi professionali, “non mettendo mano al portafoglio aziendale ma pagandoli (sempre due spicci) con i soldi ricevuti in solidarietà dai cittadini e imprese private.
Ecco quindi l’ennesimo topolino partorito dalla montagna”.

“I lavoratori in prima linea non si sono mai tirati indietro sin dal primo momento lavorando alacremente e rischiando la propria salute e quella dei loro cari. Lavoro quotidiano svolto spesso con DPI di fortuna e con un’organizzazione non scevra di errori – conclude la nota del sindacato -. Purtroppo nemmeno in questo periodo così drammatico, i nostri datori di lavoro sono stati in grado di venirci incontro e sostenere, gratificare il lavoro di tutti quegli operatori sanitari impegnati in questa storica pandemia; non li abbiamo sentiti nemmeno dirci grazie”.

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