Lettere al Direttore
5 Aprile 2020

Ancora violenza

di Redazione | 2 min

Ancora violenza, ancora una giovane donna uccisa, strangolata dal compagno.

Lei ha 27 anni, laureanda di medicina, lui un infermiere iscritto al primo anno di Odontoiatria. Possiamo limitarci a darne una lettura che rientra nella ormai tragica realtà dei casi di femminicidio, ancora troppo numerosi, oppure denunciare con forza il rischio che la convivenza forzata, causa l’emergenza Covid-19, possa acuire i conflitti familiari.

In questo contesto, con tale consapevole preoccupazione, il Procuratore di Trento prima e a seguire la Ministra alle Pari Opportunità Elena Bonetti in accordo con la Ministra dell’Interno Luciana Lamorgese e, per ultimo il Capo della Polizia Franco Gabrielli, hanno ritenuto necessario e urgente porre con forza l’attenzione sulle donne, possibili vittime di violenza.

Per molte donne, chiudersi in casa, non significa sentirsi al sicuro. Violenze domestiche, abusi, quelli che continuano da tempo e quelli nuovi innescati e aggravati dalla convivenza forzata e dalla paura del contagio e del futuro post emergenza.

Le donne sentono maggiormente la paura della perdita del posto di lavoro, perdita del quale la riporterebbe in casa, dipendenti dal compagno/marito che forse un posto di lavoro potrebbe non averlo più neppure lui. Si mescolano inevitabilmente problemi reali e quelli più propriamente psicologici/esistenziali, perdita di autonomia, solitudine, isolamento.

La condizione di segregazione rende più difficile chiedere aiuto, ma anche per i vicini, i colleghi di lavoro, amici, accorgersi che “qualcosa non va”.

La Circolare di Gabrielli è l’espressione di una reale preoccupazione, di allarme. Dice “a ciò si aggiunge la difficoltà per le vittime di potersi rivolgere agevolmente alle Forze di Polizia e ai Centri Antiviolenza al fine di denunciare”. E rassicura che Polizia di Stato e Carabinieri, nonostante la complessità del periodo emergenziale, ”continuano ad assicurare quotidianamente tutti gli interventi necessari per tutelare le persone che subiscono violenza”.

Il Capo della Polizia fa, inoltre, un accorato appello al personale impiegato in tale delicato settore, ad una attenzione professionale e sensibile, anche nella straordinaria situazione emergenziale che stiamo vivendo.

Purtroppo, a nostro avviso, agli interventi forti e chiari da parte di esponenti delle massime Istituzioni, non fa seguito un’adeguata pubblicità da parte dei mezzi di informazione che dovrebbero parlare di questa grave emergenza nell’emergenza per aiutare le donne in difficoltà a “fuggire” di casa per chiedere aiuto.

Serve un lavoro di squadra capillare (istituzioni, associazioni femminili, mezzi di comunicazione) per preparare cartelli informativi con numeri telefonici da posizionare nei pochi luoghi pubblici aperti e accessibili: negozi, supermercati, farmacie, uffici postali, banche.
E’ necessario entrare, oggi più che mai, nella solitudine delle donne in difficoltà.

Deanna Marescotti, consigliera comunale Pd 

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