Politica
3 Aprile 2020
Coro di sdegno per la decisione della giunta di Ferrara di classificare le persone in base alla nazionalità anziché allo stato di bisogno

Buoni spesa prima agli italiani: “Vergogna, fanno propaganda sulla pelle delle persone”

di Redazione | 4 min

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Prima gli italiani anche quando si tratta di sfamare gli indigenti. Piovono critiche sulle modalità con cui la giunta leghista di Ferrara ha deciso di distribuire i 697.283 di fondi del governo in buoni spesa per far fronte all’emergenza Coronavirus.

Nella distribuzione degli aiuti giunti attraverso l’ordinanza 658 della Protezione civile, il Comune prediligerà la cittadinanza italiana o di uno Stato dell’Unione Europea, o in subordine chi gode di un permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo, oppure la carta di soggiorno per familiare, comunitario o extra comunitario, di cittadino dell’Unione Europea.

Stesso discrimine è stato adottato da Forlì, anch’essa a trazione leghista. Ma anche da altri comuni governati da giunte Pd o di centrosinistra come Grugliasco (To). Altri, come Rimini, richiedono il criterio della residenza nel Comune.

Tornando in terra estense, dopo la critica dei sindacati confederali, arriva quella di Azione Civica che, con Roberta Fusari, si chiede se quella messa in campo da Lega e alleati sia aiuto umanitario o propaganda.

Dare cibo a chi non ne ha è un aiuto umanitario – attacca Fusari -. Il governo intendeva questo nel finanziare i comuni con i primi 400 milioni (ne arriveranno altri) affinché individuassero le modalità per distribuire i “buoni spesa” a chi non è autosufficiente”. Per la consigliera comunale in questa fase di emergenza “escludere qualcuno che ha bisogno, come ha fatto l’amministrazione con i requisiti per l’accesso ai “buoni spesa” è disumano”.

“E disumani e disgustosi sono i commenti che si leggono sotto le notizie di questa scelta – rincara la dose Fusari -. Che tipo di comunità stiamo diventando? I crocefissi che avete appeso nelle aule scolastiche cosa rappresentavano esattamente per voi? Ancora una volta, i sindacati ci ricordano che dobbiamo tutti essere migliori”.

Emilia Romagna Coraggiosa con Leonardo Fiorentini chiede l’intervento del Governo: “la decisione della giunta è un’offesa – sostiene -, anche al tragico momento che stiamo vivendo insieme, italiani e non”. Per il co-coordinatore di Emilia Romagna Coraggiosa Ferrara “classificare le persone non in base al bisogno e allo stato di necessità, ma in base alla nazionalità è politicamente ed eticamente vergognoso. Ancor di più in questo momento di crisi sanitaria, sociale ed economica in cui il Comune dovrebbe cercare la coesione della comunità e non dividere e classificare a seconda della provenienza geografica”.

“Ancora una volta una decisione degna di questa giunta, in contrasto con gli stessi principi di ripartizione delle risorse dello Stato – insiste Fiorentini – fatta sulla base dei residenti e del reddito, non certo in base alla nazionalità. Siccome Sindaco, facente funzioni di Sindaco e assessori, come abbiamo imparato in questi mesi, non conoscono la parola vergogna e fanno oggi propaganda sulla pelle delle persone, vogliamo scusarci noi con tutti i cittadini che sono oggi discriminati dal nostro Comune.”

C’è un limite a tutto: e qui lo si è oltrepassato”, si aggiunge Associazione PiazzaVerdi. “Il fatto non ci stupisce visti i riferimenti ideologici e valoriali della giunta ferrarese, ma appunto, come hanno detto i sindacati confederali, c’è un limite a tutto. E in questo caso il limite è definito dalla nostra Costituzione, la quale, all’art. 2 stabilisce che “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo […]”, senza ovviamente indicare quali sia la condizione specifica in cui accidentalmente si venga a trovare. Per questo motivo ci associamo alla richiesta di intervento da parte del Prefetto, il quale, come rappresentante dello stato, ha il dovere di far rispettare i principi fondamentali del nostro ordinamento a cui si ispirano le norme adottate dagli organi costituzionali: in questo caso l’ordinanza della Protezione civile”.

Scandalizzati si dimostrano anche i Cittadini del mondo: “la nostra amministrazione comunale non dà la priorità ai bisogni delle persone ma alle carte che possono esibire e non affronta le vistose disuguaglianze, ora ancora più evidenti ed odiose. Stiamo parlando di buoni alimentari, stiamo parlando di cibo, stiamo parlando di fame, stiamo parlando di sopravvivenza”.

Per l’associazione la giunta, vista l’emergenza, “può dare un segnale positivo da subito per esempio, utilizzando i 400.000 euro previsti per la recinzione parchi (per non parlare della spesa di un eventuale portavoce del vicesindaco) e convertirli in buoni pasto o in spesa farmaceutica o in vere mascherine sanitarie. in beni di prima necessità”.

“Cerchiamo di avvisare i nostri amministratori – è la preghiera di Cittadini del Mondo -: il virus non guarda i documenti e neanche la povertà guarda in faccia a nessuno. Ci salveremo solo insieme”.

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