Attualità
21 Marzo 2020
Il governo chiude tutte le attività non essenziali o strategiche: "È ora di compiere un altro passo, è al crisi più dura dal dopoguerra", dice Conte. Rimarranno aperti supermercati, farmacie, servizi postali e finanziari oltre al trasporto pubblico

Il virus non si ferma, l’Italia chiude anche le fabbriche. Conte: “È la sfida più difficile dal dopoguerra”

Giuseppe Conte (foto dal sito del Governo, CC BY NC-SA 3.0)
di Redazione | 2 min

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Alla fine il governo ha scelto: tutte le attività produttive non giudicate essenziali per l’interesse nazionale o strategiche si fermano, a partire da subito. Anche se il decreto non c’è: il presidente del consiglio Conte parla poco dopo le 23:15 per far sapere che, dopo una giornata di confronti tra sindacati, imprenditori e altre forze parlamentari ha deciso, poi il testo arriverà in nottata dopo aver scritto in legalese cosa siano effettivamente le ‘attività essenziali e strategiche’, ovvero “i supermercati alimentari, le farmacie e le parafarmacie. E i servizi essenziali e connessi, come quelli bancari e finanziari, postali e di trasporto pubblico saranno garantiti”. Lo scopo è quello di contrastare la diffusione del Coronavirus, costi quel che costi, dopo i dati agghiaccianti che sono arrivati oggi della Lombardia dove il contagio non mostra segni di rallentamento e i morti in una giornata superano i 700.

“È ora di compiere un altro passo”, dice Conte, “al di fuori delle attività essenziali consentiremo solo il lavoro in modalità smart working e attività produttive rilevanti per il Paese. Riduciamo il motore produttivo del Paese ma non lo arrestiamo”. Per il presidente del Consiglio questa è “la crisi più grave dal secondo dopoguerra, e questa è una decisione difficile, ma necessaria. Lo Stato c’è, uniti ce la faremo”.

Le disposizioni si applicheranno a tutto il territorio nazionale a partire da lunedì 23 e, anche se non inizialmente specificato, dovrebbero rimanere in vigore fino al 3 aprile. La data è ovviamente comunque suscettibile di proroghe in base all’evoluzione della situazione. Una lista comprensiva delle attività essenziali che resteranno aperte, oltre a quella annunciata sommariamente da Conte, non è ancora disponibile.

“Dobbiamo continuare ad a rispettare le regole, sono severe ma non ci sono alternative. Il sacrificio di restare a casa è minimo rispetto a quello che corrono le persone che ogni giorno escono per servire il Paese”, chiosa poi il presidente del Consiglio, che parla in diretta Facebook alla nazione: “Queste rinunce domani sembreranno una rincorsa verso il ritorno alle fabbriche, agli abbracci, agli amici. La nostra comunità deve stringersi forte come una catena a protezione della cosa più importante: la vita”.

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