Attualità
16 Marzo 2020
I casi salgono complessivamente a 34. Il commissario ad acta Venturi: “C'è ancora troppa gente nelle strade, dobbiamo stare distanti, è l'unico mezzo per ridurre la diffusione del virus”

Cinque nuovi positivi al coronavirus in provincia di Ferrara

di Redazione | 4 min

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Secondo gli ultimi dati disponibili, riferiti alle ore 12 di domenica 15 marzo, nel territorio ferrarese non si sono registrati decessi causati dal coronavirus Sars-CoV-2. Ci sono però 5 nuovi positivi – in linea con i dati di sabato – che portano i casi nel Ferrarese a quota 34 (uno residente in provincia di Bologna).

Nella giornata di domenica le aziende sanitarie ferraresi hanno preso in carico 19 persone,  15 di queste poste in isolamento domiciliare e sorveglianza attiva e 4 in contatto telefonico senza isolamento. A oggi nel Ferrarese sono stati in totale 604 i soggetti posti sotto sorveglianza, 237 dei quali la hanno già conclusa.

Anche a livello regionale la crescita dei casi è in linea con quanto si aspettavano da esperti e autorità, in attesa che le misure di contenimento mostrino i loro effetti e, come detto dal commissario ad acta Sergio Venturi, “questi sono giorni decisivi: da qui a tutta la prossima settimana dobbiamo aspettare l’effetto delle misure attivate tre giorni fa dal Governo e che hanno bisogno almeno di 10 giorni ancora per dispiegare i propri effetti”.

I numeri, sempre alle 12 di domenica, parlano di 3.093 casi complessivi di positività al coronavirus, 449 in più rispetto all’aggiornamento di sabato, con i campioni refertati passati da 10.043 a 12.054. Sono 1.200 le persone in isolamento a casa (+145) perché con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere, o prive di sintomi; quelle ricoverate in terapia intensiva sono invece 169 (17 in più rispetto a sabato). E salgono a 68 (+14) le guarigioni, 65 delle quali riguardano persone “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione e 3 dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultata negativa in due test consecutivi.

Purtroppo, però, crescono anche i decessi, passati da 241 a 284: 43, quindi, quelli nuovi, che riguardano 29 uomini e 14 donne. Per 6 delle persone decedute erano note patologie pregresse, in qualche caso plurime, per le altre sono in corso approfondimenti epidemiologici. I nuovi decessi registrati riguardano 24 residenti in provincia di Piacenza, 9 in quella di Parma, 4 in quella di Modena, 2 in quella di Bologna, 1 in quella di Reggio Emilia, 1 in quella di Ravenna, 1 in quella di Forlì-Cesena, e 1 del lodigiano.

In dettaglio, questi sul territorio i casi di positività, che invece si riferiscono non alla provincia di residenza ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: Piacenza 1.012 (159 in più rispetto a ieri), Parma 662 (92 in più), Rimini 425 (28 in più), Modena 367 (60 in più), Reggio Emilia 185 (32 in più), Bologna 230, di cui 72 del circondario imolese (complessivamente 35 in più, di cui 9 a Imola e 26 a Bologna), Ravenna 100 (22 in più), Forlì-Cesena 78 (di cui 44 a Forlì, 6 in più rispetto a ieri, e 34 a Cesena, 10 in più rispetto a ieri), Ferrara 34 (5 in più rispetto a ieri).

Sempre a livello regionale sono 2.097 i posti letto già allestiti nell’intero territorio regionale per i pazienti colpiti da Coronavirus: 526 in più rispetto a ieri.

“Sono numeri che sostanzialmente replicano la situazione di ieri. Seguiamo la situazione costantemente e siamo pronti ad attivare ulteriori risorse, posti letto in terapia intensiva e non – commenta Venturi -. Purtroppo, abbiamo ancora un numero elevato di decessi a Piacenza: a loro e ai famigliari va il nostro pensiero. Più in generale, i dati rispecchiano l’evoluzione del contagio, ma dalle chiamate al 118 vediamo segni di flessione costanti negli ultimi due giorni. Devo però rinnovare l’appello ai cittadini a restare in casa, perché c’è ancora troppa gente nelle strade. Anche se il tempo primaverile sembra da scampagnata, questa è una situazione seria e difficile, che richiede il massimo rispetto delle regole da parte di tutti. Ricordo il divieto tassativo di assembramento che vale nelle strade, nei giardini, nei parchi e nelle case. Dobbiamo rispettarlo e stare distanti – ammonisce il commissario ad acta – perché non abbiamo altro mezzo per ridurre la diffusione del virus. Stiamo a casa, per la nostra salute e per quella dei nostri affetti più cari”.

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