Politica
15 Marzo 2020
Anche i gruppi di minoranza hanno accolto l'appello alla responsabilità del sindaco Alan Fabbri, ma restano molte perplessità

Bilancio comunale, si tira dritto: lunedì consiglio comunale ‘condensato’

di Redazione | 3 min

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Sull’approvazione del bilancio comunale si tira dritto, nonostante le perplessità manifestate dai consiglieri di minoranza nelle ultime ore. Così, in piena emergenza Coronavirus, è stato accolto anche dai gruppi di minoranza l’appello alla responsabilità del sindaco Alan Fabbri di una seduta di consiglio comunale condensata in un solo pomeriggio, quello di lunedì 17 marzo.

L’accordo si è raggiunto nella mattinata di ieri (14 marzo) durante la Conferenza dei capigruppo, che hanno così avuto modo di confrontarsi sull’opportunità o meno di effettuare un consiglio comunale su un bilancio che, al termine dell’emergenza coronavirus e delle conseguenze economiche che porterà con sé, sarà con tutta probabilità da rivedere e correggere.

In ogni caso, come auspicato da Fabbri, il senso di responsabilità ha prevalso anche se alcune perplessità sono rimaste. Lo stesso primo cittadino ha ringraziato i gruppi di minoranza che hanno raccolto l’appello: “Svolgere questa seduta – ha dichiarato – è necessario per votare il bilancio e per poter applicare le misure a favore di imprese e famiglie che abbiamo previsto. Noi come rappresentanti delle istituzioni e come eletti dai cittadini siamo chiamati a portare a termine il nostro dovere anche in condizioni difficili e di emergenza. Non possiamo tirarci indietro per timori o paure mentre tanti ferraresi sono in prima linea per garantire i servizi essenziali”.

Come suggerito da Fabbri, il consiglio si terrà lunedì pomeriggio, “in una sola giornata con i tempi ridotti e rispettando tutte le prescrizioni previste per l’emergenza”. “Tutti i gruppi – aggiunge – avranno modo di intervenire e di esprimere la propria posizione su un bilancio necessario per non far fermare la macchina amministrativa ma che, in ogni caso, sarà ovviamente da rivedere alla luce dell’emergenza. Anche su questo contiamo sulla collaborazione di tutti i gruppi consiliari, compresa l’opposizione”.

Nonostante abbia accettato la proposta, il gruppo del Pd, per voce di Aldo Modonesi, continua a pensare che il consigli non andasse fatto. “Non perché siamo dei “lavativi”, come il sindaco ha provato a farci passare – spiega Modonesi – ma perché non c’erano urgenze (siamo già da tre mesi in esercizio provvisorio per scelta della Giunta di non approvare il Bilancio entro il 31 dicembre 2019) e perché continuiamo a pensare che le condizioni per fare riunioni con 50 persone non ci siano (specie nel momento in cui decidi di chiudere aree verdi e parchi). Ma soprattutto perché il bilancio che discuteremo lunedì è un bilancio dove si prevede di incassare 800.000 euro dalla tassa di soggiorno quando gli alberghi sono vuoti, di aumentare i biglietti dei musei quando i musei sono chiusi, di incassare più Irpef quando invece l’economia è ferma. E di spendere soldi per cose poco utili come il portavoce del vicesindaco o la chiusura di parchi (solo per fare due dei tanti esempi che si potrebbero fare)”. Per questi motivi il Pd proporrà una risoluzione che impegni il sindaco e la giunta “a rivedere quanto prima il bilancio, di farlo con il coinvolgimento di tutte le forze politiche (e noi, responsabilmente, siamo pronti a fare la nostra parte), sindacali, economiche, sociali”.

Perplessità sono manifestate anche dal Gruppo Misto per tramite della consigliera comunale Anna Ferraresi, che avrebbe preferito per ragioni di tutela della salute un consiglio comunale in teleconferenza, considerato che “la sala consiliare non offre la necessaria sicurezza sanitaria, mancando di sbocchi all’esterno per favorire la ventilazione naturale, e che parecchie ore previste alla discussione in ambiente non idoneo è potenziale fonte di diffusione del virus”. Sul contenuto del bilancio anche Anna Ferraresi è convinta che le voci in entrata e uscita non potranno essere le stesse di quando è stato elaborato, dunque la proposta di sospendere il consiglio comunale, come è avvenuto in altre città, avrebbe permesso “di ragionare, ponderare ed elaborare un piano di bilancio che sia misurato alle effettive necessità, perché ricordiamo che il “prima” del coronavirus e il “dopo” non saranno più gli stessi. E non solo per Ferrara”.

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