Turismo e vacanze
5 Marzo 2020
Piccola guida ragionata lungo le mete da affrontare in sella a una fat bike, una delle bici più versatili con cui pedalare anche su neve e sabbia

In viaggio per l’Italia in sella a una Fat Bike

di Redazione | 4 min

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L’amore per le escursioni e l’avventura non conosce limiti, per questo anche gli amanti delle due ruote hanno sempre cercato nel tempo di industriarsi per trovare soluzioni adatte a paesaggi e contesti spesso anche molto sfidanti. È a partire dagli anni ‘80 che questa bici dal pneumatico largo ha cominciato a prendere una sua vera identità. Dalle strade dissestate e sabbiose del deserto del Sahara, percorse per la prima volta dal cinquantenne francese Jean Naud nel 1986, la fat bike ne ha macinati di chilometri.

Solo qualche anno dopo si tenta un nuovo esperimento cambiando però radicalmente paesaggio con i panorami dell’Alaska e la neve come terreno da percorrere.

Si capisce così la centralità di un mezzo che grazie a una maggiore superficie di appoggio sul terreno, non affonda su basi sabbiose o nella neve fresca. Si aprono così nuovi scenari e possibilità, anche in Italia che con la sua morfologia offre contesti suggestivi ad alta quota e lungo la costa.

 

Dalla zona settentrionale del Piemonte, fino all’isola d’oro di Venezia

La struttura della regione Piemonte e la sua tradizione legata alla montagna hanno saputo accogliere sempre le nuove istanze legate all’esplorazione e valorizzazione del territorio.

Gli itinerari hanno via via ampliato la via d’accesso anche all’uso delle fat bike. Alcuni esempi sono gli itinerari aperti nella Valle Formazza, con ben 12 chilometri di percorso che parte dalla frazione di Riale, per raggiungere infine il rifugio Maria Luisa.

Anche la regione Lombardia non resta ferma a guardare, con la zona di Livigno che si è sempre dimostrata molto ricettiva verso gli sport action. Ad oggi diversi operatori propongono percorsi ed escursioni multilivello, sia in sella a una fat bike a trazione muscolare sia su modelli che sfruttano anche la pedalata assistita.

Discorso simile riguarda anche il Trentino, con percorsi studiati per ogni livello, come l’anello di Lavarone o il giro delle Coe e tutta una serie di strutture denominate Bike Hotel, pensate per ospitare e supportare al meglio i riders prima e dopo ogni uscita.

Cambiamo per un attimo paesaggio e lasciamo le vette e i tracciati innevati per passare alla sabbia del Lido di Venezia. Questo fazzoletto di terra della lunghezza di 12 chilometri, presenta da un lato la Laguna e dall’altro il mare Adriatico. In sella ad una fat bike sarà così possibile raggiungere scorci e paesaggi esclusivi, tra spiagge poco battute ed edifici che si riflettono sulla superficie dell’acqua. La capacità di gestire al meglio un terreno simile della fat bike è il biglietto da staccare per godersi Venezia da un altro punto di vista.

 

Il paesaggio del Monte Amiata, i percorsi Abruzzesi dei prati di Tivo e le spiagge del Circeo.

Scendendo idealmente lungo lo stivale, arriviamo in Toscana, precisamente nella zona del monte Amiata. L’antica origine vulcanica di questo massiccio di 1.738 metri, ha donato al paesaggio un fascino che resta immutato sia in inverno sia in estate. Pianificare un’escursione di questo tipo durante una bella nevicata, è la scusa perfetta per godere di un paesaggio che si veste di bianco per l’escursionista e l’esploratore che desidera galleggiare, sospeso sulla neve fresca. Anche in questo caso, date le asperità del percorso, si può scegliere di provare i tracciati supportati da un modello a pedalata assistita.

Anche l’Abruzzo offre paesaggi e montagne di grande potenza e bellezza. Nella zona dei prati di Tivo si organizzano uscite guidate in sella ad una fat bike o il noleggio libero del mezzo così da poter esplorare e affrontare dislivelli, zone rocciose. In alternativa è presente poi anche un bike park dedicato, con sei piste da poter gestire in tutta libertà e con una versatilità dei livelli adatta a professionisti e amatori. Il punto di partenza è collocato sulla Madonnina del gran Sasso, a circa 2.000 metri, per poi scendere fino ai 1.500 metri lungo ponti, pietre e arrivare così alla meta a Prati di Tivo.

Sul litorale laziale, lungo la costa e all’interno del parco del Circeo, i riders più curiosi possono provare l’ebbrezza di un’escursione tra i profumi e i colori della spiaggia di Sabaudia e i monti Simbruini.

Si vede dunque come, scorrendo lo Stivale, esistono luoghi e percorsi da affrontare a bordo di queste bici dal gommaggio maggiorato. Da un lato la curiosità e la voglia di spingersi lungo tracciati fatti di dune o neve fresca, dall’altro la disponibilità di un mezzo che è in grado con il giusto set di copertoni di regalare grandi soddisfazioni a chi ha scelto questa nuova filosofia delle due ruote. Scegliere la migliore fat bike rappresenta così un requisito fondamentale per chi vuole iniziare a muovere i primi passi in questo ambito.

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