Economia e Lavoro
3 Marzo 2020
Fondo Indennizzo Risparmiatori. Lettera a Conte, ministri e a Gentiloni

Coronavirus: l’appello degli azzerati per emendamenti

di Redazione | 2 min

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“Fate presto!”. È l’appello di alcune associazioni di risparmiatori alla luce dell’emergenza Coronavirus che, in qualche modo, incide sulla loro situazione. Tanto da spingerle a scrivere una lettera al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ai ministri Roberto Gualtieri e Federico D’Incà, al vicepresidente della Commissione Europea Margrethe Vestager e al commissario Ue Paolo Gentiloni.

“La situazione di estrema gravità sociale per molti risparmiatori che stanno attendendo l’indennizzo – scrivono Consumatori Attivi, Risparmio Tradito, Vittime Salvabanche, Adusbef, Assoutenti, Casa del Consumatore, Unc, Ezzelino Da Onara e Movimento Risparmiatori Traditi -, si è aggravata ulteriormente e inesorabilmente a causa dell’impatto che la diffusione esponenziale del coronavirus sta avendo sulle famiglie e sul mondo del lavoro in Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Lombardia, Marche, Piemonte e Toscana”.

Per questo le associazioni chiedono di procedere al più presto con lo sblocco dei 1,5 miliardi destinati agli indennizzi ai risparmiatori e, ins econdo luogo, di “approvare in uno dei provvedimenti legati anche all’emergenza coronavisus l’emendamento, già inserito nel milleproroghe e poi respinto solo per ragioni di forma, che consente il pagamento degli indennizzi da parte di Consap semplificando tutte le procedure dei controlli”.

Altra richiesta vuole la “proroga, se necessaria di 30 giorni, per la presentazione delle domande (molti uffici sono chiusi a causa dell’emergenza coronavirus così come sono ridotti gli orari delle filiali delle banche che devono consegnare la documentazione indispensabile per l’accesso al Fondo Indennizzo Risparmiatori)”.

In ultimo, si chiede il “differimento di tutti gli adempimenti fiscali scaduti il 28.02.2020 ed in scadenza nei primi giorni di marzo 2020”. Ieri infatti scadevano 16 adempimenti fiscali. “Dalle notizie attendibili di stampa apprese fino a qualche ora fa – si legge nella lettera -, sembrerebbe concessa la proroga solo per alcuni adempimenti futuri (ad esempio presentazione del modello 730) mentre nulla si dice per quelli già scaduti od in scadenza il 2 marzo 2020. Ciò sta creando molta confusione”.

“Territori già colpiti dal dramma delle banche andate in liquidazione coatta amministrativa – aggiungono le associazioni -, con miliardi di euro andati in fumo ora si vedono drammaticamente colpiti anche dall’emergenza coronavirus. Importante è dunque in questa fase sostenere, dando un grande segnale di coesione politica, chi si trova a vivere queste emergenze, già vittima del risparmio tradito, grazie all’accoglimento unanime delle misure sopra esposte”. 

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