Politica
29 Febbraio 2020
Tanti dubbi del Pd pronto con un emendamento a modificare il documento. Modonesi: “Se fosse approvato così com'è taglierebbe i giovani fuori da Ferrara”

Regolamento Erp. Il Pd: “Rischia di distorcere il fine dell’edilizia pubblica”

di Redazione | 4 min

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Parole forti quelle del candidato sindaco del centrosinistra che, fiancheggiato da tutti i consiglieri di opposizione e dalla candidata Elajda Kasa, attacca il sindaco Alan Fabbri e tutta la maggioranza non solo per la cartellonistica presente in tutta la città, quanto per l'utilizzo del fondo di riserva per finanziare attività per le quali non capisce il criterio di urgenza applicato

Da sinistra: Deanna Marescotti, Aldo Modonesi, Nicola Minelli e Francesco Colaiacovo

di Jonatas Di Sabato

“Si rischia di distorcere la finalità dell’edilizia pubblica”. Le parole di Aldo Modonesi promettono scintille per la discussione in Consiglio comunale sul nuovo regolamento Erp, con il Partito Democratico pronto a dare battaglia con un emendamento ed esporre i tanti dubbi sulle nuove regole introdotte dall’Amministrazione Fabbri.

“Lunedì si discuterà dell’approvazione del nuovo regolamento Erp e formalizzeremo le nostre valutazioni tramite un emendamento – spiega Modonesi -. Abbiamo analizzato attentamente ed i dubbi che ci sono sorti non sono di natura ideologica”. Non manca poi una critica alla gestione della discussione sorta dopo il voto in commissione per far passare direttamente in consiglio il regolamento: “La discussione del 29 gennaio poteva trovare altri momenti per maggiori approfondimenti. Il tema è rilevante, ma c’è stata una ferma opposizione della maggioranza. Nel frattempo, però, ci siamo confrontati con i sindacati degli inquilini, i quali non hanno potuto avere confronti con la commissione. Per gestire queste cose ci vogliono meno slogan e più dialogo”.

Accanto all’ex candidato sindaco, anche il segretario dei dem ferraresi, Nicola Minelli, che ha spiegato più nel dettaglio le problematiche della nuova normativa comunale: “Non siamo contro il criterio di residenzialità storica, ma in questo caso si è creato uno squilibrio troppo grande. Faccio un semplice esempio: una coppia con meno di 40 anni, residente a Ferrara da 12 anni, con 2 figli a carico, un’abitazione malsana ed un Isee di 6.000 euro, otterrebbe un totale di 31 punti. Un single di 66 anni, nato e residente a Ferrara, con un Isee di 17.000 euro, con una situazione quindi migliore rispetto alla coppia, ne otterrebbe 42 di punti. Sono casi limite, ma che ben descrivono la disparità che si crea con l’adozione di queste nuove regole”. Il giovane segretario non risparmia una stoccata sul come sono stati portati avanti i lavori da parte della maggioranza: “Questo documento è importante perché va ad incidere sul come poter avere un alloggio e ci sarebbe voluta una maggiore discussione”.

Al tavolo della conferenza c’è stato anche Francesco Colaiacovo, tra i più agitati durante la discussione nella commissione di gennaio, il quale ha descritto un’altra parte del regolamento che lo renderebbe inapplicabile: “Uno dei punti chiave è l’impossidenza. In linea di massima noi siamo d’accordo, ma non com’è stata formulata nell’articolo 8 comma 3 del nuovo regolamento. In pratica si richiede a tutti, italiani e non, di dimostrare di non possedere più del 50% di proprietà di un immobile, in ogni paese del mondo. Un qualcosa di assolutamente impossibile a livello burocratico, dove persino lo Stato, nel caso del reddito di cittadinanza, ha dato disposizioni diverse per presentare la documentazione e per eseguire eventuali controlli”.

“C’è poi anche un altro criterio che fa tendere l’ago della bilancia solo verso i più anziani, che comunque vanno tutelati, che può essere spiegato con questo esempio – spiega ancora Colaiacovo -: a parità di anni di residenzialità, supponiamo 40, con uno sfratto per morosità incolpevole e con Isee inferiore ai 9.000 euro, una famiglia di 4 persone, con due figli a carico avrebbe 32 punti, mentre una famiglia di sole due unità, ma over 65, ne avrebbe 40. È evidente che ci sia un problema in questo modo di fare”.

Anche Deanna Marescotti ha ribadito che si sarebbe dovuto avere più confronto: “C’è una disfunzione dell’applicabilità del regolamento che è derivata da una scarsa valorizzazione del dialogo, ciò rappresenta il limite di quando non ci si confronta con le altre componenti. È stata un’operazione di palazzo”.

In conclusione, a chiarire il punto di vista del Pd, ci pensa di nuovo Modonesi: “Questo regolamento cozza con il voler essere una città attrattiva e che dia spazio anche ai giovani. È giusto tenere in considerazioni le esigenze delle persone più anziane, ma non a discapito delle fasce più giovani, le quali a loro volta possono soffrire di molte fragilità, soprattutto in questo momento storico. In pratica, fosse approvato così com’è, questo regolamento taglierebbe il ‘nuovo’ fuori dalla città di Ferrara”.

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