Attualità
26 Febbraio 2020
Il primo caso scoperto con la Tac a Rimini. L'assessore alla Salute: "Si cerca immediatamente la positività, metodica da esportare nelle altre regioni"

Coronavirus, Venturi: “Il metodo aggressivo funziona”

di Elisa Fornasini | 3 min

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Dei sette nuovi casi di contagio da Coronavirus registrati in regione, quello che desta particolare attenzione viene da Rimini. Per due motivi: è ancora ignoto il focolaio d’origine ed è il primo a essere scoperto con le Tac disposte sui pazienti affetti da polmonite.

A dare il doppio annuncio è l’assessore regionale alla Salute Sergio Venturi che, nell’ormai consueta conferenza di aggiornamento in viale Aldo Moro, battezza la “metodica di aggressività” da “portare ad esempio anche nelle altre Regioni per alzare la soglia di attenzione”.

Si tratta di sottoporre a Tac Hr e tampone i pazienti che si sono presentati in pronto soccorso e a cui è stata formulata diagnosi di polmonite interstiziale, “in modo da cercare immediatamente se c’è la positività e, come in questo caso, trovare una patologia prima dell’ingresso in ospedale” spiega Venturi che intende quindi esportare “questo elemento di carattere molto positivo”.

“Di tutti gli esami che abbiamo fatto fino ad adesso, il primo caso positivo è proprio quello di Rimini e interessa una persona di più di 70 anni, ricoverata con una polmonite bilaterale al reparto malattie infettive dell’ospedale riminese” prosegue l’assessore che, nell'”escludere la presenza di focolai in Romagna“, riconduce il contagio a un contatto con qualcuno proveniente dalla zona rossa.

“I suoi ultimi venti giorni sono stati abbastanza movimentati, con anche viaggi all’estero, e quindi sul piano epidemiologico stiamo ancora valutando i contatti che può avere avuto” riferisce il numero uno della sanità regionale, che definisce gli operatori della sanità, ringraziati per il loro encomiabile lavoro, “tanti piccoli investigatori che ricostruiscono con molta attenzione tutti i passaggi possibili”.

L’invito, oggi ancor più di ieri, è di “stare tranquilli, come tornare a far la spesa ordinatamente: ci troviamo di fronte a un fenomeno che siamo in grado di superare con tenacia e competenza” assicura ancora Venturi in quanto “nonostante la vicinanza dalle zone dei focolai, il numero complessivo di casi di infezione attualmente riscontrato in Emilia-Romagna è tale, al momento, da non indurre allarmismi e conferma che le misure adottate dal nostro Servizio sanitario e dalla Protezione civile si stanno rivelando efficaci”.

Insomma, “cerchiamo di lavorare al meglio affinché l’infezione sia contenuta e la cittadinanza sia informata” in un momento in cui il numero verde regionale è già stato chiamato più di 11mila volte in una giornata. Nei prossimi giorni sono previsti incontri con i medici di famiglia e i sindacati del comparto.

Continua anche la battaglia contro sciacalli e fake news: “Il mio appello si è trasformato in denuncia alla polizia postale da parte delle aziende sanitarie di Modena di due casi di palesi notizie false sul numero delle persone risultate infette. E quella di Reggio Emilia si appresta a fare altrettanto – chiosa Venturi -. Comportamenti irresponsabili di sciacallaggio informativo in un momento delicato come questo che meritano di essere individuati e puniti senza alcuna esitazione”.

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