Spal
24 Febbraio 2020
Le operazioni legate ai ticket del match sono state momentaneamente fermate. Intanto la Lega Calcio ha chiesto al Governo di giocare senza tifosi

Il Coronavirus blocca la prevendita di Parma-Spal. Rischio porte chiuse

di Redazione | 3 min

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(foto di Alessandro Castaldi)

di Davide Soattin

Dopo il rinvio deciso per quattro delle dieci gare dell’ultimo weekend di Serie A, anche la prossima giornata di campionato sembrerebbe essere a forte rischio nelle zone colpite dal Coronavirus. Tra queste rientra anche l’Emilia-Romagna, con le sfide tra Sassuolo e Brescia, ma soprattutto tra Parma e Spal, che potrebbero essere soggette a particolari restrizioni.

In seguito alle ultime contromisure prese dalla regione infatti, tra cui la “sospensione di manifestazioni o iniziative di qualsiasi natura, di eventi e di ogni forma di aggregazione in luogo pubblico e privato, anche di natura culturale, ludico e sportiva”, al momento è stata bloccata la vendita dei biglietti per il derby emiliano tra crociati ed estensi, in attesa di maggiori chiarimenti e decisioni che verranno prese nelle prossime ore.

A darne l’annuncio è stato lo stesso Parma sul suo sito ufficiale, con un comunicato che non lascia spazio a più di tante interpretazioni: “Dopo l’ordinanza della Regione Emilia-Romagna sull’emergenza Coronavirus emanata nella giornata di ieri, il Parma Calcio comunica di aver momentaneamente bloccato, in via preventiva, sul circuito Ticketone, la vendita di qualsiasi titoli di ingresso della partita di Serie A tra Parma e Spal in programma domenica 1 marzo allo stadio Ennio Tardini”.

Intanto, proprio a questo proposito, nelle ultime ore, il presidente della Lega Calcio di Serie A, Paolo Dal Pino, avrebbe inviato una lettera al Governo, attraverso il ministro dello Sport, Spadafora, quello dell’Interno, Lamorgese, e quello della Salute, Speranza, per chiedere che nei territori considerati a rischio contagio – Lombardia, Veneto, Piemonte, Trentino, Friuli-Venezia Giulia ed Emilia Romagna – gli incontri di calcio non vengano sospesi, ma bensì siano disputati a porte chiuse. Un vero e proprio atto formale, che la Lega motiva con il “calendario già saturo di impegni” e la prima necessità che le competizioni si possano concludere “entro il 24 maggio stante l’avvio dei prossimi Europei di calcio”.

Sull’eventualità di giocare la prossima giornata senza tifosi negli impianti delle città colpite dal Coronavirus, si è espresso con parere positivo anche Walter Ricciardi, membro esecutivo Oms, nominato consigliere del ministro della Salute: “Giocarle a porte chiuse è la strada giusta. La prima strategia è non far incontrare persone in luoghi dove sono a stretto contatto tra di loro, seppur all’aperto, come allo stadio. Nella veste di tecnico sanitario e di persona appassionata di sport ho consigliato di giocare a porte chiuse. Credo sia la strada giusta”.

Una strada che potrebbe venire percorsa già nelle prossime ore, a maggior ragione dopo l’intervento del premier Giuseppe Conte a Non è l’Arena, programma di La7 condotto da Massimo Giletti, in cui il primo ministro ha voluto precisare come ancora grande sia la necessità di mantenere alta la guardia per quanto riguarda gli eventi con consistente affluenza di pubblico: “Soffriremo un poco, ma in questo momento non saprei dire – ha affermato Conte – se la prossima settimana continueremo con queste disposizioni per quanto riguarda le manifestazioni pubbliche”.

“Questo – ha infine concluso il presidente del Consiglio nel suo bolletino giornaliero – perché le valutazioni politiche nazionali e regionali le assumiamo in base a quello che ci dicono i tecnici e agli esperti. Monitoreremo nei prossimi giorni le situazioni di contagio. Chiaro che se avremo già un grosso effetto contenimento, penso che potrà rassicurare. Ma non credo che potremo allentare la restrizioni nel giro di una settimana. Al momento è davvero troppo difficile”.

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