Il Gruppo del Tasso a “difesa della narrazione”
L'associazione ha organizzato una serie di appuntamenti per il suo decennale
di Jonatas di Sabato
Una giornata all’insegna della divulgazione culturale e della “difesa della narrazione” è quella che ha coinvolto Ferrara per festeggiare i 10 anni dell’associazione “Gruppo del Tasso”. Nata con lo scopo di divulgare la cultura letteraria, per il suo “compleanno” ha organizzato una serie di appuntamenti dal grande profilo culturale.
Il tutto è partito ieri, 22 febbraio presso la biblioteca Ariostea. Lì la giornata è partita con i saluti di Angelo Andreotti, direttore delle biblioteche e dell’archivio comunale. L’introduzione è stata affidata ad Irene Lodi, presidente dei “Tassi”, e dopo la presentazione della mission del gruppo, l’argomento centrale è stato la spiegazione dell’indagine svolta sull’offerta dei beni relazionali nell’Emporio solidale “Il mantello”, con la presenza di Silvia Dambrosio, della “Circi Ferrara” e della Caritas Diocesana.
Dopo è toccato alla presentazione, da parte di Claudio Cozzola, Edoardo Penoncini e Matteo Pazzi dell’Annuario govoniano di critica e luoghi letterari, curato da Matteo Bianchi, poeta e responsabile della comunicazione del Gruppo. A moderare il tutto è stata la giornalista Stella N’Djoku.
A seguire ci sono stati momenti poetici, con le letture affidate a Roberto Pazzi e Ivano Marescotti.
A concludere la prima parte della giornata ci ha pensato lo scrittore Paolo Nori, con la presentazione di “I russi sono matti”, con una disamina sulla cultura russa, i vari stereotipi e una spiegazione accattivante della letteratura prodotta in questa nazione.
Nel pomeriggio, a riaprire i festeggiamenti è stato Germano Bonaveri, il quale, all’interno della Feltrinelli di via Garibaldi, ha interpretato una serie di brani, scelti con il filo conduttore del “no alla guerra”. Interpretazioni che sono andate da Cohen a De Andrè, senza disdegnare momenti di lettura poetica sul tema dell’amore.
A concludere il tutto, presso la libreria “Ibs-Libraccio” ci ha pensato Paolo Ruiz, il famoso giornalista e viaggiatore, il quale si è fatto presentare da Matteo Bianchi in una maniera particolare, facendo affermare che “considera l’unico statista politico vivente papa Francesco”. Ad accompagnare la discussione è stato il libro scritto da Ruiz “Il filo infinito”, dove si narra del viaggio tra vari monasteri compiuto dallo scrittore. “Mi meraviglia il fatto che non mi è mai capitato di accompagnare un libro con tanta costanza. È come se l’esperienza benedettina mi avesse caricato di un apostolato laico, il desiderio di trasferire agli altri ciò che ho vissuto e come mi ha cambiato”.