Cento. “Faceva la pulizia del banchino e dei vestiti con l’aria compressa, non aveva una mascherina. Alla Baltur ha inalato molte fibre, anche perché il riscaldamento era con aria forzata, con la ventilazione che metteva in circolo la polvere”. Sono le parole di Alberto Alberti dell’Associazione esposti amianto in merito a Gianpaolo Brugioni, l’ex operaio morto per mesotelioma, pronunciate come testimone nel processo per omicidio colposo a carico dell’ex patron Giovanni Fava.
Alberti ebbe contatti con Brugioni perché è a lui che si rivolse per le pratiche con l’Inail per il riconoscimento della malattia professionale. “Non sapeva che ci fosse amianto dove lavorava”, ha raccontato Alberti. L’uomo ha parlato anche dei precedenti lavori dell’operaio – secondo la difesa fu proprio entrò in contatto con l’amianto e non invece alla Baltur – sia alla Riva Mariani che alla Soimi al petrolchimico e ha escluso per conoscenza diretta dei siti e anche per via dell’attività svolta da Brugioni che si fosse esposto alle eventuali fibre.
Il processo proseguirà con altre due udienze a marzo e maggio.
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